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VISTI DA VICINO di Alessandro Iovino: “Ciro Esposito, emblema di una città ferita”

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Nelle ultime settimane si è fatto un gran parlare di Genny a’carogna, tifoso capo ultrà del Napoli balzato agli onori della cronaca nazionale ed internazionale per essere stato il mediatore di una presunta trattativa tra le frange del tifo estremo e le forze dell’ordine. Ma, tranquilli, non vi parlerò anche io di lui. Il genere non mi appassiona. 


Vorrei semplicemente condividervi una riflessione sulla vicenda che ha tristemente coinvolto il giovane Ciro Esposito, ferito gravemente alla vigilia della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina lo scorso 3 maggio. Tutti hanno tracciato un profilo di questo giovane napoletano. Hanno cercato di capire il contesto in cui è vissuto, le persone che ha frequentato, e non sono mancate tante interviste ai suoi famigliari. Non vorrei ripetermi, con parole retoriche e scontate. Come tutti continuo a sperare, e pregare, che Ciro possa presto ristabilirsi per tornare a vivere tra i suoi affetti più cari. 


C’è invece un aspetto che vorrei sottolineare, che vale la pena evidenziare: il comportamento di grande dignità umana e cristiana della madre di Ciro. Fin da subito ha parlato di perdono. Ha affrontato con forza questa tragedia, e ha spesso dichiarato di avere fede in Dio e nella Sua opera nella vita di suo figlio Ciro. Vedete, questa donna ci ha dato una lezione morale, di vita. Perché in quelle condizioni emerge la rabbia e la disperazione. Quello che mi ha colpito è la serenità spirituale con cui questa mamma ha reagito.
Scampia è popolata da persone come la signora Antonella, la mamma di Ciro Esposito, che sono un esempio di virtù civile, umana e cristiana. Non smette di sperare e pregare. Ha detto bene il presidente della Municipalità di Scampia, legale della famiglia Esposito, Angelo Pisani: “la mamma di Ciro è l’immagine dei valori di Napoli”. In questa vicenda emerge con forza un punto: tutti dovremmo essere convinti una partita non vale una vita. Perché Ciro merita di vivere, senza ombra di dubbio.


Ora mi chiedo: a chi vogliamo lasciare il compito di rappresentare la nostra città? A Genny a’ carogna o alla mamma di Ciro? Il primo non ha fatto altro che alimentare i pregiudizi e gli stereotipi dai quali Napoli non riesce a liberarsi; mentre la seconda è stata un esempio di coraggio e dignità, che ha dato un’immagine bella di Napoli, sana e limpida, rovesciando l’idea che molti hanno della nostra gente di Scampia. In lei ho francamente rivisto non solo la forza di una mamma coraggiosa, ma anche la profondità di una donna di fede.
Ciro Esposito è, infine, l’emblema di Napoli: una città ferita. Una città che deve avere la forza di rialzarsi e iniziare a rivivere. Proprio come ci auguriamo possa fare al più presto Ciro. Con l’aiuto di Dio. 

Alessandro Iovino 

 

 

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