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#BUONFERRAGOSTO2015: LA FELICITA’

 

#buonferragosto2015

Amici, nell’augurarvi un buon ferragosto, desidero condividervi questa riflessione sulla felicità. Spesso evocata e ricercata in giorni così particolari e di festa. Qualche mese fa mi è stato chiesto di scrivere un pensiero sulla felicità per una tesi di ricerca che aveva come argomento la “percezione della felicità”. Ecco cosa ho scritto: 

 

 

FELICITA’

Ricordo nitidamente quel caldo pomeriggio dell’aprile del 2005. Mi trovavo in India per un viaggio missionario, insieme a due miei amici fraterni. Pochi mesi prima la forza devastatrice dello Tsunami aveva distrutto gran parte della costa indiana. Decine e decine di migliaia di persone persero la vita. Partii per quel viaggio con tanto entusiasmo, sapendo che quella esperienza, come poi è stato, avrebbe segnato la mia vita. Avevo poco più di 18 anni. Dopo giorni e giorni di tour massacrante, per distribuire viveri di prima necessità, ci fermammo nella casa di una famiglia di un villaggio nel Sud dell’India, dimezzato dallo Tsunami. Entrammo in diversi di noi e notammo una stanza con dei materassi a terra, dove riposava una bimba. Sguardo dolce, ma temprato. Aveva perso i genitori e i suoi fratellini; lo zio, di cui era ospite, l’aveva salvata tenendola incredibilmente, e con molta forza, per mano, ma in quegli attimi tempestosi, finì per ferirsi gravemente ad una gamba, che le fu poi amputata. Senza genitori, senza gamba, senza felicità. Almeno è quello che pensavo. Perché lei ci guardò e ci chiese: “Perché tutto questo?”. Non facemmo in tempo a rispondere che la dolce bimba ci ammonì: “Non so perché mi è successo tutto questo, ma so che Gesù mi ama”. In quel momento percepii la felicità nei suoi occhi e la stessa felicità si impadronì del mio cuore. Ecco cosa significa essere per me essere felici: avere pure poco, ma aver conquistato tutto in Cristo Gesù. Non pensiate sia retorico o un fanatico religioso. Anzi. Quella che vi ho raccontato è la massima espressione, nella sua accezione forse più nobile, riguardo la felicità, ma la vita può essere ricca e piena di momenti spensierati in cui essere felici.

Quando, per esempio, mia figlia di quattro anni mi riempie di baci e mi riserva le sue attenzioni, provo una profonda ed intima gioia. La felicità è uno stato d’animo che non è sempre e solo vincolato alle condizioni esterne, agli oggetti che possediamo, ma si alimenta con la pace di Dio e l’affetto dei propri cari. Ovunque, nel mondo. Quella bimba in India me ne diede la chiara dimostrazione. Di recente ho letto un interessante aforisma, in riferimento alla frenesia dei nostri giorni: “Quasi quasi mollo tutto e divento felice”. A volte dobbiamo fermarci e riflettere. Capire che la serenità d’animo non ha prezzo. Mollare tutto, l’effimero, per legarci ai beni spirituali. Per questo sono di grande benedizione al mio cuore le parole del salmista: Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo in esso” (Salmi, 118, 24). Mi basta ricordare questo, ogni giorno, per essere felice.

Alessandro Iovino

 

 

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