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CHRISTIAN EXPO’: #MISSIONECOMPIUTA ?

Ore 23 circa di sabato 23 settembre 2017.

Nell’arena di Città della Scienza a Napoli, che ha ospitato l’evento spirituale conclusivo del Christian Expò, è terminato il tutto da poco più di un ora. L’entusiasmo dei più si percepisce nell’aria. Pastori, leader, presidenti, credenti, musicisti, coristi, volontari e semplici visitatori si lasciano andare in lunghi abbracci. Uno dei pastori anziani presenti, intercettato da un organizzatore dell’Expò, dichiara: “Ringrazio Dio per avermi fatto vedere questo giorno!”. Alcuni hanno le lacrime agli occhi. Mi capita di passare tra la folla a più riprese e sento alcuni commentare il messaggio che ha predicato Bob Hoskins, davvero incredibile. In particolare un giovane esclama: “E’ stato potente, guidato e incredibilmente ispirato!”. Insomma, l’atmosfera è festosa e sembra davvero che tutto sia andato per il verso giusto. Ci si saluta per darsi appuntamento alla prossima edizione del Christian Expò.

Ecco, appunto, sono le ore 23 circa. Mentre ormai anche le ultime macchine vanno via dal parcheggio e il service audio-video con i musicisti (che hanno svolto un lavoro impeccabile) sono impegnati nelle operazioni di smantellamento, siamo in pochi ad essere ancora in giro per Città della Scienza, che per un paio di giorni è stata la “Città della Fede”.

Io, Giovanni e Marco, siamo convocati dal responsabile della struttura, perché anche se tutti gli stand sono stati liberati, ne è rimasto uno ancora quasi del tutto allestito che si chiama: “Evangelizzazione”. Ci precipitiamo verso la tendostruttura, dove troviamo una signora, o meglio, come abitualmente usiamo chiamarci tra evangelici, una “sorella”. E’ abbastanza avanti negli anni. E’ sola, ma ha preso uno stand espositivo. E’ alle prese con lo smontaggio dello stesso. E’ così affaticata, eppure anche molto dolce mentre si rivolge a noi. Ha fatto una fatica enorme. E’ da sola, ma è stata così tenace. Io e Giovanni la guardiamo con ammirazione. Ci diciamo: “Questa sorella deve essere speciale per Dio!”. Ma non abbiamo il tempo di fermarci a parlare, perché l’aiutiamo a mettere tutto su di un camper, di almeno 40 anni, che contiene di tutto. Si tratta di materiale evangelistico. Capiamo che la sorella avrebbe dovuto dormire nel camper, fermandosi per strada. Appena le offriamo di venire con noi, inizia a tranquillizzarsi. Quando poi l’accompagno in albergo e le offro la possibilità di pernottare in una camera, questa sorella mi abbraccia e piange. E francamente faccio fatica a non fare altrettanto. Vedo in lei la semplicità che dovrebbe caratterizzare ognuno di noi. Vedo nei suoi occhi la gioia per essere stata aiutata. Vedo nella sua tenacia la forza di Dio. Credo, a questo punto, che tutto questo sia per me una grande lezione di umiltà e di cristianità.

Siamo arrivati alle 23.50 in albergo. Questa incredibile giornata sta per concludersi. Questa donna di fede, incredibilmente tenace, così caparbia, capace di venire da Roma con un camper di 40 anni, diventa a mio parare il simbolo di questo Christian Expò. E pensando a lei, ancora adesso mi convinco, che possiamo tutti ben dire #missionecompiuta .

Potrei davvero dire ancora tanto. Fare un lungo elenco dei benefici che questi due giorni hanno portato al mondo evangelico italiano. Le connessioni e il network mai creato prima. Parlare di evento storico senza precedenti è più che legittimo. Ma per ora mi basta lei. Pensare a quei occhi carichi d’amore e di fede e capire che nessuna fatica è stata vana.

Infine, l’indomani, è la mia amica Sondra Sottile, ad offrirmi lo spunto per una riflessione spirituale sulla celebrazione conclusiva tenutasi nell’arena. Mi prospetta il quadro, quasi ne “dipinge” la scena, e mi dice: “…tocca a te dare le rifiniture”. Ed ecco che ci provo. Sondra mi parla dell’arena. Mi fa notare come quell’anello, quel semicerchio in cui migliaia di persone sono riunite, sia in qualche modo così suggestivo. Sembra metaforicamente legare e congiungere tutti i credenti. Poi mi fa un salto nella storia e mi fa notare come migliaia di anni fa quelle arene, ai tempi della chiesa primitiva, fossero il centro della persecuzione dei cristiani che venivano utilizzati per un macabro spettacolo, per essere sbranati da leoni e massacrati. La riflessione che ne consegue è semplice ma toccante: ora al centro c’è Gesù Cristo che porta il peso di tutte le persone presenti in questa sera memorabile. E’ lui che unisce, è lui che sparge amore nei nostro cuori. Questo fa Dio: svergogna i potenti e rende forti i deboli. Per questo deve essere ricordato il Christian Expò, questo è ciò per cui abbiamo lavorato. Ecco il quadro che ne viene fuori e che rappresenterà questo evento: una grande arena, in cui migliaia di credenti, dalla loro prospettiva, dalla loro posizione, guardano al centro. Ed il centro di tutti e tutto, ha un nome ben preciso: Gesù Cristo.

E’ stato il predicatore Bob Hoskins ad esclamare: “Mettiamo da parte i nostri ego ed i nostri logo per la causa del Regno di Dio”.

Dio benedica il Christian Expò. Dio benedica la chiesa evangelica in Italia.

Io dico: #missionecompiuta

 

 

4 Comments

  1. Giancarlo Farina ha detto:

    Stupendo… semplicemente stupendo.
    Grazie di cuore per i vostri sforzi. Dio è Grande. Grande il nostro Dio.

  2. Massimiliano Croce ha detto:

    IL FAVORE DI DIO È STATO SU TUTTI NOI…
    IL DIAVOLO HA TREMATO VEDENDO IL POPOLO DI DIO UNITO!
    DIO BENEDICA LA TUA VITA CARO ALESSANDRO…E LA VITA DI TUTTI COLORO CHE SI DISPONGONO PER IL REGNO DI DIO!

  3. Giancarlo RInaldi ha detto:

    Come non condividere? Sì possiamo dire “missione compiuta”, ma a me piace pensare a Christian Expo’ come a qualcosa che appartiene anche al futuro: è solo un primo passo in un sentiero indicato da Dio ai cuori degli organizzatori e dei fruitori.

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