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#FIAMMASIAMONOI

 

#FIAMMASIAMONOI

Fiamma Nirenstein non ha bisogno di particolari difese d’ufficio. La sua storia, il suo impegno e la sua dedizione per la “causa” valgono più di mille parole. Giornalista di trincea, mai scontata e autrice di più di 10 libri, è stata anche parlamentare nella scorsa legislatura.

Nelle ultime settimane, però, pare aver avuto eco mediatico la stravagante iniziativa di una minoranza della comunità ebraica di Roma contro la designazione di Fiamma Nirenstein come prossima ambasciatrice d’Israele in Italia. Piccole iniziative social, di poco conto, alle quali  però non hanno fatto seguito quelle reali, perché l’ex parlamentare ha ottenuto innumerevoli attestazioni di stima ed apprezzamento. Una su tutte quella dell’ex presidente della comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici che, intervenendo con una lettera a La Stampa, ha evidenziato come non si possa porre nessun veto per questa nomina del governo israeliano che, in questo campo, deve fare le proprie scelte in modo autonomo e indipendente; anche perché non è mai capitato che un gruppo, per lo più palesemente minoritario, influenzi la nomina di un ambasciatore. Pare, dunque, che ci siano dietro questi veleni contro la nomina della giornalista come ambasciatrice, velati attacchi al premier israeliano in carica e che la nomina di Fiamma Nierstein sia stata strumentalizzata. Questo dimostra anche la superficialità di alcuni giornali italiani che hanno pensato di ingigantire la portata di un dissenso che si è sciolto come neve al sole. Tanto rumore per nulla, verrebbe da dire.

La storia del popolo d’Israele però ci insegna che non bisogna abbassare la guardia. Mai minimizzare e rimanere indifferenti a questi episodi. Per tanto, per ciò che possa valere, ecco perchè l’hastag #fiammasiamonoi

Nel 2007 Fiamma Nierstein pubblicò un libro di successo intitolato: “Israele siamo Noi”. Un testo in cui emerse con forza una tesi, quasi rivoluzionaria, che vide rivendicare con orgoglio il sionismo, come idea di progresso e pace, a dispetto di quelli diffamanti ed accusatorie di alcuni partiti di sinistra europei che intendono dare una connotazione negativa al sionismo, inserendola nel quadro sociale e politico della peggiore espressione dell’imperialismo e del capitalismo. La temeraria giornalista ebbe un notevole coraggio. Lo stesso che avrà come ambasciatrice, sapendo abbinare alla capacità di negoziazione anche la tenacia. Utile come non mai in questi tempi.

Difendere Fiamma significa difendere la libertà che ognuno di noi ha, in Italia come in Israele, di poter difendere le proprie radici e le proprie idee. La memoria non è  solo una prerogativa di una parte politica. La cultura, la diplomazia e la politica sono a disposizione di tutti i cittadini che queste istituzioni devono servire con umiltà.

La Nierstein lo ha chiarito subito, rivolgendo il suo pensiero ai nonni reclusi nei campi di concentramento in Polonia. Al quale rivolgo anche il mio, con le parole di Primo Levi: “Un popolo senza memoria, è un popolo senza futuro”. 

Ecco perché non dobbiamo far sentire sola Fiamma; ecco perché dobbiamo farle sentire il nostro appoggio ed il nostro sostegno. Gridando, in senso metaforico, e parafrasando il titolo del suo libro, attraverso i nostri profili social: #fiammasiamonoi  

 

 

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