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GIORNATA DEL DIRITTO DIMENTICATO

In occasione della Giornata del Diritto Dimenticato, organizzata dall’Associazione Sinti Italiani, in cui sono intervenute diverse autorità, Alessandro Iovino, in qualità di addetto alle pubbliche relazioni e portavoce della stessa, ha inviato al presidente dell’Associazione, il pastore evangelico Davide Casadio, una lettera che è stata letta nel corso dei lavori della manifestazione.

Puoi leggere il testo dell’intervento qui di seguito:

Illustri Relatori ed Autorità,

desidero anche io dare il mio modesto ed umile contributo ai lavori di questa Giornata del Diritto Dimenticato organizzata dall’Associazione Sinti Italiani. Più specificamente vorrei brevemente sintetizzare il lavoro fin qui da me svolto come portavoce dell’Associazione Sinti Italiani, insieme al pastore evangelico Davide Casadio.

Il richiamo del Capo dello Stato al “rispetto della dignità umana in tutte le sue forme e in tutti i luoghi” è stato il fondamento dell’ispirazione del libro “La Missione Evangelica Zigana: una minoranza Italiana” da me curato e realizzato insieme ai ricercatori Luca Frezza e Liberato De Vita.  Il libro pubblica i risultati di una ricerca sull’etnia dei Sinti (70 mila in Italia. Attualmente i Sinti, nonostante siano cittadini italiani, vivono seri problemi di discriminazione razziale e religiosa. Per tale motivo insieme a molti esponenti politici e religiosi e tanti rappresentanti delle istituzioni, stiamo lavorando per poter dare visibilità a questa etnia cercando di sensibilizzare anche l’opinione pubblica a rivedere molte posizioni frutto di preconcetti negativi radicati e difficili da scardinare. La nostra ferma volontà è quella di sconfiggere il germe del razzismo e di annientare il virus dell’indifferenza attraverso lo strumento della conoscenza e del confornto.

In Italia si è spesso strumentalizzata la questione da un punto di vista politico e mediatico  proponendo dei veri e propri slogan elettorali: “l’emergenza Rom” oppure “diritto alla sicurezza” indicando i Rom ed i Sinti i principali artefici del crescente tasso di micro-criminalità nel nostro paese. Quelli che hanno pagato le conseguenze sono, per esempio, i Sinti italiani evangelici della “Missione Evangelica Zigana” che si vedono vietato il diritto a professare liberamente la propria fede vedendosi negati i permessi per i convegni da loro organizzati subendo una duplice discriminazione: una in base razziale e un’altra in ragione della loro appartenenza alla religione evangelica. In Italia, soprattutto al Nord, dei Comuni hanno emanato delle ordinanze di “divieto di sosta ai nomadi” che, in palese contrasto con la Costituzione (art. 16) e con la legislazione a contrasto delle discriminazioni razziali ed etniche, negano il diritto di circolare e soggiornare liberamente sul territorio nazionale ai soli cittadini italiani riconosciuti come “nomadi” o “zingari”. L’Europa è intervenuta più volte, attraverso dei richiami, sulla questione Rom e Sinti in Italia, senza però trovare riscontro da parte delle istituzioni italiane, dell’uno o dell’altro schieramento, che hanno trascurato e abbandonato il problema fino a quando non è scoppiata “l’emergenza Rom”. Le politiche di integrazione in favore di queste etnie che si sono promosse in questi anni secondo una “logica di integrazione assimilativa” sono tutte pensate in funzione dell’eliminazione dei loro tratti culturali in favore di una piena adesione alle norme culturali della società moderna e capitalistica. Questo implica l’eliminazione delle loro strutture sociali e culturali alle quali non intendono rinunciare e che, in sé, non hanno nulla di negativo. Ecco perché l’imposizione di questa “assimilazione forzata” ai canoni della nostra struttura sociale hanno sempre rappresentato un fallimento. Tutto questo implica, ovviamente, che anche da parte delle istituzioni sia ben radicata la convinzione che la diversità (intesa come concezione delle strutture sociali e culturali) è un diritto di tutti i cittadini, anch’ esso sancito dalla Costituzione. Essa fino a che non danneggia la libertà e la collettività, va assolutamente tutelata e salvaguardata.

Per quanto ci riguarda, dopo l’audizione al Senato della Repubblica in Commissione Diritti Umani e l’incontro istituzionale con il vicepresidente del Senato Vannino Chiti, intendiamo proseguire per la strada intrapresa, certi che questo lavoro porterà i suoi frutti.

Infine confidiamo anche nel sostegno e nell’aiuto di Dio, che come ha fatto fin ora, non mancherà di aiutare il popolo dei Sinti.

Colgo l’occasione per salutare tutti voi e il presidente dell’Associazione Sinti Italiani Davide Casadio.

 

 

  Alessandro Iovino

1 Comment

  1. Nichi ha detto:

    E i doveri? Che diavolo di fine hanno fatto i doveri?

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