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IN DIFESA DEL MOVIMENTO PENTECOSTALE

 

IN DIFESA DEL MOVIMENTO PENTECOSTALE

di Alessandro Iovino

 

Non c’è limite al peggio.

Da diversi anni vengono diffusi in rete documenti che attribuiscono al movimento pentecostale italiano presunte origini massoniche. Alcuni diffamatori di professione millantano fantasiose ricostruzioni storiche su singoli episodi, alcuni del tutto falsi altri mal interpretati, tanto da generare confusione in molti che in buona fede si chiedono: cosa c’è di vero?

L’ultima in ordine cronologico è una lettera aperta, firmata da un certo Luciano Rossi, indirizzata ai vertici delle Chiese Cristiane Evangeliche delle “Assemblee di Dio in Italia” (ADI), la massima organizzazione pentecostale italiana.

Ecco la mia risposta.

PUOI SCARICARE IL FILE IN PDF CLICCANDO QUI 

OPPURE LEGGERE QUI DI SEGUITO:

 

Caro Luciano Rossi,

 

chiarisco, prima di tutto, che non scrivo a nome delle “Assemblee di Dio in Italia” (ADI) né per loro conto. Le righe seguenti nascono soltanto perché nella lettera da Lei scritta in data 12.05.2015 su carta intestata ADI (a proposito, è una comunicazione ufficiale a nome o da parte di tale Chiesa? E’ stato autorizzato ad utilizzare il logo delle ADI?) si fa a chiare lettere il mio nome coinvolgendolo nel contesto di una serie nutrita di domande. Queste domande palesano una filigrana polemica contro le ADI accusate, tra l’altro, di essere in malafede, di manipolare la storia e di connivenza con la Massoneria se non addirittura indirettamente con la mafia. Il lettore trae la netta impressione che i quesiti siano finalizzati non tanto all’acquisizione della verità quanto a carpire una conferma di ciò che già si presume di conoscere e, conseguentemente, a colpire ciò che si ritiene un avversario se non un nemico. Tra l’altro la risposta viene richiesta facendo leva, con dubbio buon gusto, sul danaro che si dichiara di aver versato alla denominazione.

 

Mi corre l’obbligo, almeno morale, di proporre qualche riflessione metodologica che agevoli la corretta comprensione dei fatti. Pertanto ciò che scrivo deriva non dalla mia appartenenza alle ADI, che pure rivendico con orgoglio, ma soltanto ed esclusivamente dalla passione per le verità della storia.

Iniziamo proprio dal rilevare una carenza nell’interrogante di metodo storico. Nello studio di questa disciplina vigono due regole fondamentali e inderogabili:

 

1. Ogni fenomeno va inserito nel suo proprio contesto storico e da questo viene  chiarito;

2. È sempre il prima che spiega il poi e non viceversa;

3. Per quanto possibile bisogna spogliarsi da precomprensioni e pregiudizi, evitando pertanto generalizzazioni.

 

Posta questa premessa entriamo nel merito.

 

A tacitare le accuse di cui sopra basterebbe soltanto il rilevare come in tanti decenni la predicazione evangelica svolta nelle comunità ADI sia stata caratterizzata da contenuti esclusivamente scritturistici, senza deviazioni verso partiti politici o istituzioni secolari (inclusa la Massoneria). Non conosco nessun credente, sano di mente e onesto nei suoi intenti, che possa dichiarare di essere stato spinto da un ministro delle ADI a iscriversi alla Massoneria o a un particolare partito politico. Tutto questo perché ADI e Massoneria costituiscono due pianeti distinti per definizione, contenuti, scopi e caratteristiche, come si evince dalle fonti d’informazione di cui disponiamo.

L’ordito delle domande formulate lascia congetturare la dipendenza del pensiero che le ispira da quanto va ripetendo in modo ossessivo-compulsivo tal Giacinto Butindaro, specialmente in un suo testo, La Massoneria smascherata, privo di scientificità e carente quanto a metodo d’indagine e conclusioni a cui perviene. Il ragionamento del Butindaro è viziato poiché si basa e si dipana su una serie di sillogismi difettosi, eccoli:

 

  1. la Massoneria è una setta che adora satana; i massoni sono collegati con la mafia;
  2. dopo la seconda guerra mondiale tra le autorità americane che intervennero a favore della libertà di culto per le ADI alcuni erano massoni;
  3. le ADI sono state fondate da personaggi che erano amici dei massoni in quanto tali;
  4. il messaggio delle ADI è massonico.

 

Non entro nel tema della Massoneria come setta satanica. Fu accusa cara a Leo Taxil, che la espose verso la fine dell’800 in una serie di fortunate pubblicazioni; poi il Taxil ritrattò e di conseguenza nella letteratura antimassonica di rilievo è da tanto tempo abbandonata. Non entro neanche nel tema Massoneria/Mafia per il quale rimando al lavoro della Commissione Parlamentare presieduta da Tina Anselmi che vi si dedicò per molti anni e che è comodamente consultabile tramite internet. Non vi entro per il semplice fatto che le ADI non hanno niente a che fare con la Massoneria (figuriamoci con la mafia!), quindi rischieremo di perdere tempo. Mi dedico, invece, al profilo storico della questione per il quale ci troviamo su terreno più solido.

È ben noto a tutti che:

 

1. La seconda guerra mondiale fu vinta dagli Stati Uniti e che di conseguenza l’Italia rientrò nell’orbita d’influenza di questa nazione;

2. I pentecostali erano pesantemente vessati dalla Circolare Buffarini Guidi del 1935 che impediva loro il sereno esercizio del culto.

3. L’abrogazione di detta Circolare era di competenza delle autorità politiche della neonata Repubblica la quale agiva sotto l’influenza degli U.S.A, potenza vincitrice.

 

In generale tutto il protestantesimo italiano usciva dagli anni della guerra sfibrato e mortificato. Vi furono poi interventi di autorità americane finalizzati a consentire la piena libertà di culto (fenomeno affine a ciò che accadde nel secolo precedente dopo l’unità d’Italia). Con ogni probabilità molte di queste autorità appartenevano alla Libera Moratoria, così come altrettanto probabilmente hanno fatto parte del Rotary, dei Lions, del Partito Repubblicano, del Partito Democratico, e di altre e diverse associazioni e così via. Ciò non vuol dire che i ministri di culto protestante italiani di allora, che ebbero con costoro a che fare, avevano continuità o connivenze con tali sodalizi. Grazie a Dio, agli Stati Uniti fu a cuore la concessione delle libertà religiose agli italiani; e questa politica fu realizzata attraverso comitati e persone che le istituzioni americane preposte scelsero loro stesse e loro stesse inviarono. È infantile far derivare da una foto che ritrae esponenti delle ADI (o di altre denominazioni) con costoro la prova di una complicità massonica! Ciò valga anche per il conferimento alle ADI della qualifica di Ente Morale che non poteva non essere concessa se non da alte autorità amministrative e politiche che non furono né elette né scelte dalle ADI secondo il loro gusto!

 

Veniamo alla riunione evangelistica tenuta al Teatro Planetario di Roma il 10.08.1947. Perché il prefetto competente concesse l’autorizzazione quando qua e là altrove i pentecostali subivano le nefaste conseguenze della Buffarini Guidi? Semplicemente perché una circolare di un sottosegretario non aveva una cogenza generale come legge dello stato, ma era applicata con grado di discrezionalità da chi intendeva porre mano a persecuzione (e ciò ebbe luogo fino al 1955). Il prefetto di Roma del 1947 ritenne di non dover inficiare il rilascio del permesso a causa della prescrizione del 1935. Sarà avvenuto perché era massone, sia lui che, come leggo, il presidente della gestione del teatro? È probabile, considerando l’avversione della Massoneria per il fascismo. Ma buoni furono gli esiti: in quella riunione non si parlò di Massoneria bensì si predicò il Vangelo. Chi sostiene il contrario o ipotizza cedimenti ecumenici porti a prova la registrazione o il resoconto scritto e non si avvalga di fonti di seconda o terza mano!

 

Quanto all’incontro tra il pastore H. H. Ness e il papa Pio XII, il quale avvenne in occasione della sua visita in Italia dell’estate del 1947, va detto che segreto non fu. Altrimenti non se ne sarebbe parlato e non ne avremmo neanche conoscenza. Bisogna collocare le cose nel loro contesto storico: i protestanti italiani che avevano patito l’egemonia cattolica erano solitamente avversi al cattolicesimo e quasi sempre allora la predicazione del vangelo coincideva con la confutazione della dottrina cattolica e quest’opera era pervasa, non raramente, da anticlericalismo. Non così nei paesi protestanti, specie negli U.S.A. Qui quella cattolica era una denominazione come le altre. Andando dal papa il Ness non si compromise; stando alla documentazione risulta che gli abbia parlato principalmente del suo essere credente evangelico e  pentecostale (esperienza del battesimo nello Spirito). Certamente non andò a far polemica o a cercare dispute e confutazioni; l’obiettivo era favorire a beneficio dei fratelli italiani quelle libertà di esercizio del culto di cui oggi tutti godiamo. Ove mai s’ipotizzasse un ‘cedimento’ del Ness questo dovrebbe essere provato da chi formula l’accusa.

 

Veniamo al più volte ricordato Gigliotti. Che sia stato massone è un dato di fatto. Che abbia rappresentato le esigenze del governo U.S.A. pure. Che abbia avuto rapporti con la stage di Portella delle Ginestra è argomento che affidiamo alla storia e che in ogni caso non proietta ombra sulle ADI. Dalla documentazione disponibile, prescindendo da illazioni e deduzioni affrettate, i rapporti tra le ADI e il Gigliotti si limitarono agli atti formali ordinati alla necessità di acquisire da parte della Repubblica la possibilità di esercitare il culto e la predicazione. Tutto qui. E questa è cosa che ampiamente viene attestata nelle pubblicazioni delle ADI di carattere storico le quali pubblicazioni si prefiggono di tracciare un profilo storico della denominazione, attraverso la rievocazione di vicende sovente sofferte, e non certo intendono impegnarsi in giudizi sulla vita del Gigliotti (così come di altri) per quanto attiene ad altri profili in merito ai quali sono consultabili bibliografie specifiche. Così anche quello che possa essere stato il rapporto tra Gigliotti e Gelli è da considerarsi cosa completamente estranea alla storia delle ADI; e non saprei attraverso quali capriole si possa ipotizzare un qualsiasi sia pur labile collegamento. Su Gelli ho avuto modo di esprimermi tramite una mia accreditata monografia fruibile a tutti e non intendo ripetere i giudizi espressi che comunque sicuramente non rivelano alcuna mia propensione verso la Massoneria, anzi, ho definito in alcune interviste (una in particolare a RaiTre) l’esperienza della P2 e di Licio Gelli, un cancro per l’Italia. Il messaggio olografo inviatomi dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in cui si congratula per questo mio lavoro, testimonia l’obiettività e il valore di questo mio lavoro.

 

 Un po’ di fango viene proiettato anche su figure quali quelle di Arturo Carlo Temolo e Giorgio Spini. Non entro nel merito: si tratta di accademici e gentiluomini di così alto livello che non necessitano di difese. Le loro numerose opere di giurisprudenza e di storia sono eloquente testimonianza degli alti livelli raggiunti. Voglia il Cielo che chi ne sparla possa vantare la millesima parte della loro cultura!

Quanto alla domanda numero 10 (perché non v’è un documento ufficiale delle ADI in merito alla Massoneria) è presto detto: perché non v’è relazione alcuna; né interessa all’una o all’altra parte tale relazione rievocarla, celarla o istituirla. Si tratta di due mondi completamente estranei tra loro. Credo, inoltre, che i responsabili delle ADI non si siano mai interessati al tema poiché impegnati nel compito, certamente più urgente, di evangelizzare e offrire servizi sociali. Inseguire tracce inesistenti, presumo sia pura dilapidazione del tempo.

Ancora: l’ “occultismo” dei simboli contenuti nei locali di culto ADI. Ci vuole una enorme dose di fantasia per seguire questa pista. Lascio al buon senso del lettore giudicare, permettendomi soltanto di rilevare che il livello artistico di un pittore evangelico quale Paschetto è così alto che una sua realizzazione per le ADI – a prescindere da ogni altra considerazione – sarebbe soltanto una nota di merito per il buon gusto di chi l’avrebbe commissionata.

Paolo di Tarso, appellatosi a Nerone in quanto fruitore dei diritti di cittadinanza romana, fu da questo imperatore giudicato e assolto. Non risulta che nessuno abbia accusato Paolo di tendenze filoneroniane, né Nerone di voler penetrare nel tessuto delle comunità cristiane. Almeno tra gli storici seri e non affetti da manie ossessive. Si applichi ai fatti più recenti la stessa metodologia storica a cui ricorriamo per la storia antica. Si fughino le ombre, si lascino in campo i fatti concreti; e questi sono sotto gli occhi di tutti: l’impegno da parte della più cospicua realtà evangelica italiana per predicare salvezza ai non credenti e santificazione a chi è già della famiglia della fede. E, soprattutto, la ricerca della verità storica venga perseguita con lo spirito di chi vuole apprendere e meglio comprendere, non con l’intento di corrodere.

 

Infine: una delle accuse che mi ha profondamente addolorato, è quella nei confronti del primo presidente delle ADI Umberto Nello Gorietti. Un uomo verso il quale dovremo provare gratitudine per l’impegno profuso nella lotta per la libertà religiosa. Nella lettera viene chiesto: perché non fu pastore? Quanta infamia e leggerezza in questa accusa. Gorietti fu scelto dagli anziani delle comunità pentecostali come rappresentante del movimento per il suo alto profilo non solo culturale ma anche spirituale. Inoltre posso essere diretto testimone del suo benedetto ministero. Il mio bis-nonno Salvatore Anastasio, pioniere pentecostale napoletano, venne evangelizzato proprio da Gorietti. Oggi Napoli è una delle città d’Italia con alta densità pentecostale! Grazie alla visione e alla perseveranza di Umberto Gorietti!  

 

In conclusione ecco ciò che tutti devono sapere: il movimento pentecostale si è fondato sulla Sacra Bibbia, e tutti i pionieri hanno ricevuto ispirazione da Dio, ed hanno trovato in Cristo la speranza nella vita eterna.

Queste poche righe ho ritenuto di dover scrivere in quanto personalmente citato e coinvolto nella lettera a firma di Luciano Rossi.

Possa la pace del Signore indurre serenità a chi si applica a interrogare i documenti del passato, anche recente. 

                                                                    Dio ci benedica,

 

Napoli, 21 settembre 2015                                Alessandro Iovino

                                                                                                                                   

 

 

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