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IN MEMORIA DELL’AMICO TONINO

Lo voglio ricordare. Sì, sicuramente non sono il più adatto, tanti lo hanno conosciuto molto meglio di me, ma la nostra intensa amicizia, vissuta negli ultimi due anni, l’affetto che ho provato per questo signore, anzi direi galantuomo della Prima Repubblica, mi spinge con forza a ricordarlo ad un mese dalla sua scomparsa.
Non sarò prolisso, non farò un lungo elenco della sua ricca vita politica, ma mi limiterò a dirvi la mia esperienza con lui. Ci conoscemmo nel 2013.
Fu subito molto affettuoso con me, e accetto’ di essere al mio fianco alla presentazione del mio libro su Andreotti prima al Senato della Repubblica poi a Napoli, con il senatore Macaluso e l’onorevole Pomicino. In un caldo pomeriggio di giugno, nonostante la veneranda età, si mise nel treno e venne a Roma.
Esordi’ in Senato dicendo: ”…l’autore merita un 10 e lode per questo libro”. Certo: esagero’, ma apprezzai. Mi incoraggiò grandemente.

Da quel momento non ci siamo persi di vista. Ci siamo frequentati, sentiti e spesso l’ho raggiunto nella sua casa al Vomero. L’ultima volta per consegnargli il libro su Gelli, di cui mi aveva scritto la prefazione. Era felice. E non vedeva l’ora di presentarlo. Lo sentiva anche suo questo libro, e mi dispiace non poterlo presentare con lui. Il suo entusiasmo era travolgente, la sua vitalità un inno alla vita, nonostante gli anni e il peso di qualche malessere ormai evidente.

Il 28 giugno 2015 e’ stato un risveglio amaro, la sua scomparsa mi ha addolorato.

Ma di tutto quello che ho con lui vissuto, ciò che ricordo con più trasporto, e rimarrà sempre scolpito nel mio cuore, e’ la sua sensibilità e cultura. Nel febbraio 2014 volli fortemente che fosse lui a presentare il mio libro su Alfonso Melluso, pioniere pentecostale, presso l’Istituto di Cultura Meridionale dell’avv. Gennaro Famiglietti. Non erano argomentazioni politiche. Ma di fede. Lui mi ha sempre apprezzato come evangelico, ed ha sempre colto l’essenza della mia visione e del mio impegno spirituale.
Arrivo’ in sala e, con un gesto da uomo di altri tempi, riservo’ un baciamano alla nonna di mia moglie, vedova di Alfonso Melluso. Fece un lungo intervento. Ma qui vi propongo un estratto di un 1 minuto, in cui disse le parole più belle che potevo mai sperare sulla realtà evangelica:
”… voi siete stati minoranza per numero, ma maggioranza per il bene che avete fatto in Campania e in Italia”.

Aveva colto il senso del libro. Della mia fede, della storia della mia famiglia.
Provo immensa gratitudine per lui.

Tonino mi ha dimostrato che come disse Pablo Neruda ”la gioventù non ha età”.
Ciao Amico mio, mi mancherai!  

 

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