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INTERVISTA LUIGI COMPAGNA

 

Il senatore Compagna è un politico di lungo corso, che ha navigato nel mare della politica, sia sulla nave della Prima Repubblica che della Seconda. Un cavallo di razza che si è sempre distinto per acutezza intellettuale, sempre con la battuta pronta. Docente di dottrine politiche alla Luiss di Roma, oggi è candidato al Senato in quinta posizione per il PdL.

 

La composizione delle liste elettorali in Campania è stata caotica. Pensa che questo caos abbia compromesso il consenso?

Spero di no, anche se non lo definirei “caos”. Berlusconi ha deciso di escludere Cosentino ed ha sbagliato. La parola finale aspettava a lui, ma proprio per questo penso che decidere all’ultimo momento sia stato un errore. Mi sento per questo più “cosentiniano” che “berlusconiano”.  Erano contrapposte da una parte delle ragioni di opportunità politica, dall’altra l’onore di un essere umano. Io senza esitazioni avrei ragionato con il cuore, evitando decisioni all’ultimo minuto, in cui poi sono emerse delle incomprensioni. Il processo a Cosentino, così  come si sta svolgendo, fa impressione. Ogni giorno una discutibile galleria di pentiti millanta accuse a destra e a manca, mentre lo scrittore Saviano “intima” l’imputato di dire la verità, anche se fa finta di non conoscere che in Italia l’imputato, per Costituzione, ha il diritto di mentire.

In merito al suo posizionamento in lista, si aspettava di più o di meno dal suo partito?

Non ho dubbi: di meno. Avrei gradito che davanti a me ci fosse in posizione apicale un amico, al quale voglio bene, e al quale è stato riservato un destino amaro: Nicola Cosentino. Sono certo anche egli saprà uscire dal processo potendo guardare dall’alto in basso, laddove la bassezza degli uomini lo ha condotto.

Senatore Compagna, lei è un uomo politico che ha vissuto in prima linea la Prima, la Seconda e forse vedrà nascere anche la Terza Repubblica. Qual è il segreto di così tanta longevità politica?

A livello di studi posso risalire ancora più indietro con gli anni: all’età monarchica. Quanto al segreto eccolo svelato: una pillola per il colesterolo, un’altra per il diabete e si va avanti.

Perché un cittadino del Pdl dovrebbe votare PdL e sperare nella rielezione del senatore Compagna?

Se un cittadino lo fa, ne sono contento. Il voto al PdL ha un valore perché è ancora necessario. Abbiamo una sinistra fuori dalla tradizione civile e liberale. Il centro montiano è deludente. Infine lasciamo Grillo ai giovani, il cui unico diritto, come diceva Croce, è invecchiare. 

 

 

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