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LECTIO MAGISTRALIS PROF. ALDO MASULLO

 

Sabato 22 novembre 2014 presso l’Istituto di Cultura Meridionale di Napoli si è tenuta una lectio magistralis del prof. Aldo Masullo, uno dei più grandi filosofi contemporanei, acuto osservatore della realtà e della società.

La lectio aveva come tema: “L’inquietudine e i nostri tempi”.

Nell’ambito del dibattito che è nato al termine della lectio del prof. Masullo, è intervenuto anche Alessandro Iovino:

 

 

“L’inquietudine è uno stato d’animo che a mio avviso accompagna l’uomo da sempre. Erroneamente è sempre associato a qualcosa di negativo, ma non credo possa esaurirsi tutto in una visione negativa dell’inquietudine, anzi. Pare dunque necessario interrogarsi su cosa rappresenti l’inquietudine, come gestirla e come viverla. Saper trarre dei vantaggi da essa, senza essere però disposti a perdere la fiducia nel futuro e nelle capacità dell’uomo di trovare una risposta ai mali che affliggono la società. Di diversa natura è l’inquietudine dello spirito, che per gli uomini di fede, si traduce nella ricerca di Dio.

Quindi nonostante risulta per me difficile intervenire su questo tema al termine di una così magistrale analisi del prof. Masullo, posso solo riportare la discussione a livelli più semplici, parlando della mia esperienza. E lancio una provocazione, in base alla mia esperienza.

Quando sono stato in Africa, in Costa D’Avorio per la precisione, per una viaggio missionario, ho avvertito palesemente che l’inquietudine è dovuta ad un senso di grandi incertezza riguardo anche i bisogni più spiccioli: come quello di mangiare o di sentirsi sicuri per le strade.

Questo spinge quelle persone a ricercare nella fede non solo al speranza per un “futuro celeste”, ma anche la forza per vivere la vita terrena con gioia e fiducia. Fiducia, quindi fede, in Dio che trasforma l’inquietudine in pace e serenità, nonostante tutto.

 

Ma lo stesso potrebbe valere per la nostra società, quella del mondo occidentale. È difficile, comunque, negare che “dalle nostre parti” tutto sembra essere finalizzato all’apparire, ad entrare in scena, a venire alla ribalta, a stare sotto i riflettori. Sembra tutto un correre e rincorrersi, senza avere però chiare le idee su dove andare. Questa tendenza vale tanto per le persone che per le cose. Tutto oggi viene trasformato in fenomeno da “esporre in vetrina”. Nella vetrina dei social, del web.

La conclusione è che se lo spettacolo e il consumo si affermano come egemonia culturale senza alcuna mediazione educativa, il risultato della mercificazione totale degli stessi rapporti umani è destinato ad imporsi come un esito fatale.

 

Per questo, in ogni dove, spero che l’inquietudine possa sempre essere un momento di ricerca, di continua trasformazione in cui trovare se stessi.

Ai nostri tempi mi auguro ben venga un po’ di sana inquietudine. Che possa mobilitare l’animo e lo spirito a cercare altro, scoprire il mondo, la natura, le persone. Sempre più prigionieri del mondo virtuale, siamo costretti a rinunciare alle relazioni umani. Essere chiusi nel proprio mondo, trascurando la realtà. Questo pericolo, dunque, realmente oggi rappresenta per me motivo di inquietudine.

Ma la mia considerazione finale, è che considero comunque l’inquietudine un bene. Perché tramite essa il mio spirito è stato ricondotto a Dio, ed ha trovato pace”.

 

Alessandro Iovino 

 

 

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