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L’ESPRESSO, I PENTECOSTALI E I (SOLITI) LUOGHI COMUNI

Alessandro Iovino, storico e scrittore, in merito all’uscita domenica 16 ottobre 2016 su “L’Espresso” di un lungo reportage sulla realtà pentecostale italiana, a firma della giornalista Francesca Sironi, ha dichiarato:

“Auspicavo sinceramente che uno dei principali settimanali italiani potesse finalmente dedicare un’analisi critica, ma comunque rigorosa, e sopratutto scevra da alcuni luoghi comuni che da sempre accompagnano i pentecostali italiani. Pur essendo in tutto il mondo, ed anche in Italia, il più grande e significativo movimento di risveglio del mondo cristiano, vengono ancora evidenziati aspetti che riguardano minoranze pentecostali, a discapito di realtà più cospicue che godono di una testimonianza e presenza pluridecennale nel nostro paese. Nel titolo associare la parola business a quella di Gesù, risulta non solo blasfemo, e questo comunque riguarda solo i pentecostali, ma anche riduttivo. Troppa enfasi sulle offerte imposte ed alcune forzature che pure avvengono in alcune realtà, ma che non riguardano la maggioranza. E se pur era dovere di cronaca riportarlo, andava precisato che i pentecostali rappresentano una realtà che non ha mai goduto di privilegi economici e sostegni statali (solo le ADI hanno 8permille che comunque non viene destinato per finalità cultuali), ma che si sostiene solo sulla liberalità dei fedeli e che, in ambito sociale ed assistenziale, è tra le più attive con organizzazioni no profit e associazioni di beneficenza. Come pure sulle guarigioni, i miracoli e la medicina evidenzio troppa leggerezza nel dare molto spazio a sparute realtà che non rispecchiano il pensiero della maggior parte dei pentecostali che invece si affidano alla scienza, ai medici, rimanendo comunque fiduciosi nell’intervento di Dio, il vero Onnisciente”.

Alessandro Iovino continua: “Riconosco alla collega Sironi il fatto di aver precisato che molto spesso “esistono distanze inconciliabili tra realtà pentecostali” ma poi, nel lungo reportage, questo concetto sfuma, diventa impercettibile per chi legge, e vengono fatte allusioni e “collage” che non rendono onore alla verità, spaziando da una città all’altra, da una chiesa all’altra, con troppa velocità. Mi sarebbe piaciuto per esempio che venisse data maggiore enfasi al lavoro del pastore Punto e del Movimento “Purex” (solo velocemente citato) e così come tanti altre realtà.

“Infine – aggiunge Iovino – sono lusingato dal fatto che vengo citato nell’articolo, ma ho consegnato “solo” i miei libri sulla storia dei pionieri pentecostali napoletani alla Sironi, nonchè il dossier sulla persecuzione del mio bis-nonno, eppure di questo non viene fatto cenno ma vengono citati altri miei libri, di diversa natura, non inerenti a questo tema, e non ne capisco il motivo (anzi forse sì, ma da buon pentecostale mi astengo a pensar male). Mi onoro comunque di essere segretario particolare del Senatore Lucio Malan, di cui ho condiviso e sostenuto anche molte battaglie politiche. Alle “Assemblee di Dio in Italia” poteva, forse, essere riservato più spazio, essendo la maggiore realtà pentecostale italiana, anche se nella parte in cui se ne parla, e vengo citato con il Pastore Davide Di Iorio, non è stata riportata alcuna informazione errata.

Detto questo, nel reportage vengono riportati fatti reali, ed in molti punti vengono descritte realtà così come sono e che non rendono sempre onore a questa “fetta” del mondo cristiano. E i pentecostali non possono certo pretendere che vengano compiuti analisi giornalistiche che non contengano questi riferimenti, e che hanno il sapore dell’ agiografia. Questo sia chiaro. Personalmente mi auguro che questa rappresenti una preziosa occasione per i pentecostali di dialogo interno. Trovo lucide le analisi dei due dei maggiori esperti sociologi italiani in materia pentecostale come Paolo Naso e Enzo Pace. Come puntuale l’intervento del prof. Napolitano che ha espresso preoccupazione per coloro che “vendono illusioni” ma ricordando che “il pentecostalesimo è l’ala marciante della cristianità”. Giudico interessante l’intervista al teologo cattolico Alberto Maggi. Ma ancora una volta, il titolo non rende onore al contenuto: “Talebani della Bibbia”. Si presta a troppi equivoci, troppe interpretazioni. Ma trovo che alcune riflessioni siano significative e apprezzabili.

Peccato, però. Sono convinto che questo della Sironi rappresenti un’importante tentativo di scandagliare la realtà pentecostale italiana, così complessa e frammentata. Ma con un piccolo sforzo in più, da parte soprattutto del titolista, questo reportage poteva avere un esito ed un valore diverso. Peccato, davvero”.

10 Comments

  1. Michele Altieri ha detto:

    La società occidentale gestita dalle lobby non accetta Dio ne tanto meno può sopportare che i pentecostali credono ai miracoli. In quanto al business nel nome di Cristo invece di criticare volontarie offerte e sottoscrizioni, si scrivesse sulle tasse e sui patti lateranensi, sugli stipendi dei cappellani militari ecc…L’espresso si sa é un giornale di sinistra che da Prodi in poi è ben lontana dalla sinistra di un tempo. Infine anche sull’autore dell’articolo che dire? È un dipendente che deve scrivere ciò che gli chiedono di scrivere

  2. LORENZO ha detto:

    Egregio dottor Iovino, dalle sue parole che commentano l’articolo apparso sull’Espresso, noto quanto lei sia molto più cristiano pentecostale che giornalista, questa mia non vuole essere un’offesa, anzi al contrario, da buon cristiano noto in lei, come in me stesso, una certa dose di semplicità, che è richiesta dalla Scrittura. Facendo tesoro della sua esperienza, lei avrebbe dovuto consigliare chi ha accettato l’intervista di lasciar perdere, nessuno ci offre una tale ribalta gratuitamente, nessuno ci regala niente! siamo e rimaniamo un fenomeno da baraccone per tutti coloro che ci osservano cinicamente! Personalmente da cristiano pentecostale e ancor di più da rappresentante importante delle Chiese Evangeliche memore(e la memoria è importante) delle passate esperienze del dott. Toppi nelle varie apparizioni televisive e interviste varie, non mi sarei prestato ad una giornalista rampante per farmi mettere alla berlina in pubblico. questo denota non tanto semplicità, ma ingenuità nella migliore delle ipotesi, o presunzione nella peggiore, in un caso o nell’altro ci vuole una “terapia”. e da buon pentecostale mi riferisco all’epistola di Giacomo che dice : chi manca di saggezza la chieda a Dio che dona senza rinfacciare.
    apprezzo il suo tentativo di rispondere alla signora Sironi, ma nonostante i suoi molti followers, credo che la lotta sia impari, l’articolo assomiglia ad una manifestazione in piazza plebiscito e il suo articolo assomiglia ad una riunione in via fra carafa.
    cordialmente con rispetto e affetto nei suoi confronti.
    LR

    • Alessandro Iovino ha detto:

      Sottrarsi sarebbe stato peggio, mi creda…. Non avrebbero mai realizzato un reportage sui pentecostali senza dedicarsi alle chiese ADI… io non credo che la Sironi abbia scritto cose negative o errate sulle ADI nel passaggio in cui ne parla, ma commette l’errore di enfatizzare lungo tutto il reportage aspetti che interessano sparute minoranze pentecostali…

      un caro saluto…

  3. Antonio Morra ha detto:

    Purtroppo il giornalismo vero si sta perdendo! Sono pochi quelli che “investono il tempo” per capire bene le dinamiche e i valori dietro ai movimenti. Basta far scalpore e vendere copie E/o click online.

  4. giancarlo rinaldi ha detto:

    Bena hai fatto, Alessandro, a parlare in sede di intervista. Non è a te che possiamo attribuire approssimazioni e tendenziosità di chi mira non tanto alla ricerca del vero storico quanto al sensazionalismo da tradursi in vendite. E sia detto con tutto il rispetto per la Sironi. In realtà il mondo pentecostale è un pianeta vario e, a tratti, “avariato”. Si va dal vangelo della prosperità ai saltimbanchi che commercializzano anche le guarigioni, se fosse possibile. Come storico rileva che ben fecero, a suo tempo, le guide della denominazione a cui appartieni (senza levar merito alcuno a chi diversamente optò) ad acquisire personalità giuridica e stipulare intesa. Sono acquisizioni che presumono non solo il placet del Consiglio di Stato, non solo la conoscibilità “erga omnes” degli statuti e degli assetti organizzativi, oltre che dottrinali, ma anche un’azione di vigilanza da parte delle autorità dello Stato tale, tra l’altro, da garantire la correttezza sui profili civilistici. Tutto ciò non è noto alla nostra giornalista che mette tutto insieme nel frullatore del sensazionalismo. Purtroppo quella dei giornalisti italiani è una piaga che ci tocca curare volta per volta. Certamente il tuo chiarimento è una goccia nell’oceano, ma sarebbe stato peccato di omissione tacere. Non mollare!

  5. paolo brancè ha detto:

    Fermo restando, che i giornalisti dell’Espresso sono ideologicamente radicati nella cultura comunista-marxista, inveendo contro la religiosità in generale, la giornalista ha ragione nel mettere in evidenza l’aspetto commerciale della spiritualità pentecostale in generale(se si indagasse anche in altre aree dell’Evangelismo verrebbe fuori un quadro sociologicamente più inquietante) . Vi sono frange di pentecostali che fanno leva sul mercato dei miracoli spettacolarizzati e sulle emozioni del credente più che su una fede dove prevale la teologia della Croce. Non sono d’accordo neppure sul fatto che il pentecostalismo sia il movimento trainante di un fantomatico risveglio di fede che in realtà non c’è….. non si misura con i numeri se vi è un risveglio cristiano in atto. Al contrario, la cristianità odierna e lo stesso Cristianesimo è in crisi, perchè vi è una crisi di fede. Non vedere questo significa non avere oggettivamente chiara la situazione religiosa del Cristianesimo contemporaneo di , cui gli Evangelici sono una espressione importante e rilevante…….

    • Alessandro Iovino ha detto:

      Sì, è vero. La mercificazione della fede e della spiritualità esiste in alcuni ambiti pentecostali. Non c’è dubbio. Critico e contesto che venga fuori questo con molta enfasi, quasi come se fosse una prassi delle chiese pentecostali. E le assicuro, ma lei certamente saprà, che questo non vale per la gran parte della realtà pentecostale italiana.

      Sul pentecostalismo come “motore trainante della cristianità” effettivamente è un parare personale che comprendo benissimo non sia per forza condiviso….

  6. paolo brancè ha detto:

    la ringrazio per la sua celere risposta. vorrei ancora evidenziare che la mercificazione dell’evangelo è un fenomeno trainante i movimenti cristiani oggi conosciuti. e credo che la nostra giornalista, che è indigesta di religione, ha toccato, suo malgrado, un tasto dolente per il Cristianesimo, che è alla deriva per i colpi inflitti dall’umanesimo ateo, cristianizzato da movimenti cristiani liberali, e dagli stessi movimenti cristiani e chiese conservatrici, ebbre di trionfalismi a basso costo, che si trastullano nel loro dottrinalismo spurio e sovrastrutturato….

  7. Franco Marino ha detto:

    Tutto questo “tecnicismo”, faccio riferimento alle speculazioni della giornalista di turno, che ci costringe inevitabilmente a rispondere contribuendo ad amplificare lo spazio che l’“Espresso” sperava, non da nessuna traccia della vera ragione per cui Dio si è rivelato all’umanità e il suo fine ultimo. [“Oh, se comprendessero invece, se ponessero mente alla loro fine.” (Deut. XXXII, 29).]
    Andiamo “avanti con forza” per la nostra strada e alimentando “le lampade” per risplendere nel buio “globalizzato”. Non cedendo alle lusinghe smielate di chi, intervistandoci, usa le risposte/parole di verità vissute dei pentecostali per servirsene a proprio uso e consumo.
    Quindi, il finto sostegno di chi niente ha a che fare con la redenzione sperimentata individualmente e le storie “artificiosamente composte”, andrebbero meticolosamente evitate.

  8. paolo brancè ha detto:

    Leggendo il commento del Sign. Marino, mi è balenato un pensiero , a mio avviso, stimolante teso a non far cadere gli Evangelici nei trionfalismi dogmatici consolidati per tradizione. Tali dogmatismi di cui parlo sono quelli spuri, che si sono sedimentati nel corso della storia della chiesa, o delle chiese. Il pensiero di cui sto parlando è il seguente: il cristiano deve avere l’umiltà di ascoltare qualsiasi interlocutore, anche se può dire banalità o affermazioni dettate da presupposti filosofico-religiosi. Nella nostra fattispecie, un giornalista di sinistra, suppongo agnostico, osserva dall’esterno certi fenomeni e comportamenti di gruppi religiosi o chiese, che sono al di là della comprensione generale della gente, infarcita fortemente di nozioni religiose fortemente cattoliche o cattolicizzanti…
    Nota che vi sono in questi gruppi anomalie di prassi cristiana, in cui eccellono i sentimenti, le emozioni, il misticismo estatico e, soprattutto, il giro vertiginoso di soldi. Certo, che chi guarda da fuori non ha una considerazione positiva di questo mondo che , poi, la giornalista ha generalizzato…. A mio avviso, è necessario accogliere parzialmente la sua critica , perchè è vera, e cercare le chiese più sobrie nell’essere pentecostale di individuare e denunciare i leader e chiese che hanno adulterato il messaggio pentecostale originario……

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