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MARINELLA, LA POESIA ED IL SENSO DELLA VITA

Mentre leggeva la sua poesia, l’ammiravo. Aveva il suo PC aperto, quasi a significare che il progresso non è nemico della nobile arte della poesia, che modernità e tradizione non sono poi così in antitesi, ma possono convivere ed aiutarci a vivere meglio. Prendeva anche appunti mentre leggeva i versi, apportando modifiche, dimostrando che nella vita tutto è sempre in divenire.

Con la voce rotta dall’emozione, e con un trasporto emotivo percepibile così chiaramente, Marinella mi ha trasmesso delle forti sensazioni. L’ho ammirata perché ho realizzato di avere di fronte una donna piena di vita, passione ed amore. Ed ho capito che un giorno anche io voglio essere come lei, la cara Marinella Temperoni.

Ha fatto il suo ingresso nel salone di casa della nipote Ilaria con molto garbo, con fare discreto. Ne ho colto subito l’eleganza innata, che rivive anche in sua figlia Viola, e nei suoi nipoti Mariano ed Ilaria. Le donne di questa famiglia sembrano essere d’altri tempi: come quelle dame di corte e nobildonne dell’Ottocento, che sembravano muoversi sulle note di una musica classica, scandendo ogni movenza con un preciso ritmo. Questa è la sensazione che ho avuto nel vederle. Ma il richiamo all’Ottocento non è solo per questa ragione. A quell’epoca, senza TV, smartphone o social, senza cinema e centri commerciali, molte case diventavano luoghi d’incontro e confronto. Si leggevano novelle, poesie, racconti e libri. Si sceglievano argomenti, si dibatteva sui grandi interrogativi della vita. Ma tutto questo, non è solo un retaggio del passato. Marinella e suo marito Antonio, sono una coppia che vive la modernità nel solco delle migliori tradizioni del passato. Per esempio il loro salotto di casa, il sabato si trasforma in un grande salone letterario. Luogo d’incontro, non solo di persone ma anche di storie. Amici e parenti riuniti per leggere poesie, libri e per discutere. Sono sincero: mi sono emozionato. Ho provato una piacevole emozione.

Ho avuto la sensazione che questa coppia sia la dimostrazione del fatto che ciò che è stato può oggi ancora essere. Sono quindi l’esempio di come la sostanza sia più efficace della forma.

Un tempo si scriveva a mano, oggi al computer. Non importa come, ma l’importante è scrivere!

Ecco, così potrei sintetizzare il tutto. La poesia è l’arte più nobile per raccontare l’animo umano. E sembra così svuotata oggi del suo valore, perchè tutti hanno tempo per un tweet, ma non per un verso. Ma in casa di Marinella questa antica quanto nobile forma d’arte prende forma, si genera e rivive, e sono certo si tramanda.

Dopo averla conosciuta, dopo aver ascoltato qualche poesia, e scambiato qualche chiacchiera, esco di casa con Nicola per qualche minuto. Al mio rientro lei non c’è più, ma trovo i suoi libri. Uno con dedica: “Ad Alessandro … con la speranza di non essere giudicata”. Classe pura. Eleganza innata, perfino nella dedica. Un garbo d’altri tempi. Una profondità d’animo di non poco conto. Ma anche molta severità. Questo pezzo, questo omaggio che voglio dedicare a Marinella, non è solo un mero atto di carineria. Ma anche la lucida analisi di ciò che questa donna, per me collega scrittrice, rappresenta. Severità, dunque, ed anche un pizzico di pessimismo leopardiano. Credo di aver letto nei suoi occhi anche un po’ di paura. Quella che è appartenuta a Leopardi, e che è parte anche di me. La paura dell’oblio. La paura che appartiene a chiunque scrive di essere dimenticato. Non so se Marinella prova questo, forse mi sbaglio, ma è ciò che vive ogni artista, è ciò che sento anche io.

Quando ho sfogliato il suo libro, ho compreso che ci accomuna la stessa vocazione: attraverso i nostri libri noi intendiamo lasciare traccia di ciò che ci è appartenuto. Lei, nel suo libro “Casalalta. Storie dal passato” (Edizioni Thyrus, 2001) ha raccontato e fatto rivivere la storia e le storie di questo piccolo paese in collina, un tempo un castello antico. Marinella ha adempiuto ad una missione, come io nei confronti della mia famiglia e della comunità pentecostale napoletana, della quale ho trascritto la storia, anche attraverso delle biografie. E mi piace pensare, anzi, Marinella adesso mi consentirà uno slancio di ottimismo, che tutto questo nostro lavoro non è stato vano. Oggi, o forse magari un giorno, anche quando non ci saremo più, forse sopratutto allora, qualcuno leggerà di queste storie. Ci sarà chi studierà sui nostri testi. Ed allora ecco che la paura dell’oblio rimane solo una sensazione legata al presente, ma che poi ci abbandona per far posto alla consapevolezza che noi abbiamo adempiuto alla nostra missione, perché come diceva Primo Levi: “Un popolo senza memoria, è un popolo senza futuro”.

Con queste righe, infine, io non oso giudicare Marinella. Piuttosto ne sottolineo ed evidenzio l’incredibile vitalità. La sua irrefrenabile voglia di lasciare una traccia nella sua famiglia, ed in questo mondo. Con i libri, con la poesia, con i suoi scritti. Senza dubbio, ed ulteriore indugi, dico: “Cara Marinella: #missionecompiuta !”

Credo che in un apparente ed ordinario pomeriggio domenicale, ho scoperto il grande valore di ciò che una volta disse Picasso: “La gioventù non ha età”.

“Grazie Marinella. Grazie perché è la tua vita, ciò che sei oggi come Donna, Madre e Nonna, ad essere la tua migliore Poesia”.

 

Alessandro Iovino

 

 

PS: Marinella è la nonna di Mariano ed Ilaria Di Vaio. Voglio bene ad entrambi. Ho cercato nel mio piccolo di raccontare queste incredibili storie di successo, così moderne, così attuali, con qualche intervista o evento. Nel ripercorrere la loro storia, mi sono sempre chiesto: da dove ha origine tutto questo? Conoscendo la loro nonna Marinella, ho capito che “buon sangue non mente”. E tutto mi è stato molto più chiaro…..

 

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