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NAPOLI 1964 – NAPOLI 2018: #trovaledifferenze

NAPOLI 1964 – NAPOLI 2018: #trovaledifferenze
Dal Politema al Palapartenope, Cristo è predicato! 
Napoli 1964. 
Teatro Politeama. 
Ospite per un ciclo di conferenze: Harold Hermann. 
La stampa cittadina accoglie con gran clamore l’evento. Articoli, interviste, serate “non convenzionali” per una chiesa ma è un evento che segna la storia evangelica in Campania, e non solo. È una platea eterogenea. Alcune formalità e ritualità religiose vengono eclissate in favore di un clima spirituale incredibile. La sala è gremita, le riunioni molto affollate. Ecco, guardate con attenzione a questa foto:
La comunità evangelica di Napoli si presenta alla città dopo gli anni della persecuzione, conclusasi appena un decennio prima. È un evento che non sostituisce le attività evangelistiche delle singole chiese, anzi. Di fatto le rafforza.
Gli anziani pionieri pentecostali a Napoli – tra cui il mio bis-nonno Salvatore Anastasio –  lasciano spazio a tanti giovani animati da un sincero zelo. Tra questi Daniele Melluso, che si dedica con vigore ed energia insieme a tanti altri, all’organizzazione di questo evento. Non viene tralasciato nessun dettaglio.
Organizzano tutto loro: servizio di accoglienza ed evangelizzazione. Gli anziani guardano, osservano e indirizzano per linee generali.
Un grande palco, scenografie ad effetto ed una conferenza stampa affollata: la notizia di richiamo per i più è il famoso reporter americano che fotografo’ Hiroshima e le sue rovine dopo lo sgancio della bomba atomica ma che, sollecitato dai giornalisti, interpretato dal giovane Tommaso Graziozo, subito chiarisce : “… sono qui per parlare di Cristo !”.
I giornali insistono: “da Hollywood al Pulpito”. Ma poi gli articoli, i sottotitoli chiariscono: Hermann è qui per predicare l’Evangelo.
Tanti si convertono in quelle sera, in quei grandi eventi: il seme è sparso, il frutto poi raccolto.
Napoli, 2 giugno 2018.
Molti anni dopo. 
Teatro Palapartenope. 
Concerto con i “Brooklyn Tabernacle Singers” di NY. 
Un gruppo di giovani che, proprio come quelli di tanti anni or sono, intendono adempiere al Gran Mandato: annunziare la Buona Novella. Proprio come nel 1964 non vengono tralasciati i particolari. Viene tutto allestito con dovizia. Si inizia come se fosse uno spettacolo, ma dalle prima battute si capisce che non sarà “solo” una bella esibizione.
Scenografie, luci, esperti di fonica, dirette TV.
Il Teatro è pieno comunque. Quasi tremila persone. Circa un terzo delle persone per la prima volta ascolta il messaggio evangelico: rifugiati, senza tetto, disagiati ma anche tante categorie sociali differenti ben rappresentate.
Si inizia con la lode dei “Brooklyn Tabernacle Singers”. Loro sono la “notizia” che ha richiamato anche la stampa: sono un famoso Coro Gospel che ha pure cantato ai giuramenti in Capitol Hill del Presidente USA Barak Obama. Accorre la stampa a livello nazionale. Il Sindaco di Napoli presenzia con entusiasmo all’apertura. Il TGR Campania, RaiUno e la stampa locale vengono a fare riprese. Il Mattino di Napoli titola: “Gospel, musica e speranza”.
Insomma l’Evangelo è annunziato.
C’è un clima di festa. Anche luci, spettacolo e buona musica. Inutile negarlo.
Ma il tutto suggellato dalla Parola di Cristo predicata dal pastore Brian Pettrey, della Brooklyn Tabernacle Church. Non come contorno ma come centro di tutto.
Centinaia di persone rispondono ad un appello di preghiera.
Riceviamo ancora oggi messaggi e riscontri. Per questioni di privacy non possiamo citarli, ma hanno presenziato gruppi di persone generalmente ostili all’Evangelo, e che magari adesso non avranno remore e pregiudizi a mettere piede in una comunità evangelica.
L’evento si è trasformato, come nel 1964, in una festa spirituale.
La Chiesa si rafforza.
Non è indebolita, ma si rafforza.
Non è mai troppo tardi per il confronto.
Vagliare, smussare, analizzare e rivedere posizioni.
Da parte di tutti.
Recuperiamo quello spirito di fraterna collaborazione del 1964.
Davvero non capisco quali possano essere le differenze tra ciò che è avvenuto nel 1964 e ciò che è avvenuto nel 2018.
Ma voglio sforzarmi. Delle differenze pur ci saranno: sono però di forma non di sostanza. 
Cambiano i linguaggi. Le modalità ed i costumi sono differenti, è vero.
Ci sono più luci sul palco. Non si parla più di centinai di persone, ma di migliaia. Esistono le band musicali. 
Le foto non sono in bianco e nero, ma a colori: è il segno del tempo che passa. 
Ci sono quindi delle differenze, sicuramente, ma non di carattere dottrinale e spirituale.
Le comunità ecclesiali sono aumentate, diverse denominazioni ora interagiscono tra loro, poi ci sono le dirette social, gli #hastag ed i social.
Sono mutati i ruoli e gli assetti organizzativi nelle comunità. Infatti è fiorita una generazione di giovani impegnati a livello secolare e spirituale che potrebbero rappresentare un supporto per i pastori, una grande occasione di slancio ed energia spirituale.  
La chiave resta quella del ’64: anziani e pastori che guidano, giovani che agiscono.
Ma resta di fatto un grande punto in comune tra ieri ed oggi, quello che c’è fuori è immutato: il bisogno di Dio e l’Italia che ha sempre sete di speranza e di fede.
Dio è sempre all’opera nonostante tutti noi.
Quindi:
#missionecompiuta #andiamoavanti

4 Comments

  1. Renato ha detto:

    Condivido, apprezzo, incoraggio

  2. Mario ha detto:

    Non condivido, non apprezzo, non incoraggio. Di solito gli eretici erano persone intelligenti: oggi, neanche quello.

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