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RACCONTARE LE VOCI DI DENTRO

Quante volte, dinnanzi ad un racconto o una storia incredibile, abbiamo pensato che la realtà talvolta supera la fantasia? Questa è la prima impressione che si avverte nella mente e si sente nel cuore, leggendo il libro “Raccontare le voci di dentro” (Edizioni d’if) a cura di Nietta Caridei  e Giovanni Tagliaferri con la collaborazione di Susanna Tagliaferri.

Un libro-denuncia che tenta di condurre il lettore in un mondo del tutto particolare: quello delle voci troppo spesso inascoltate dei ragazzi maltrattati, abusati e privati della propria dignità. Un viaggio amaro, a tratti crudele, dove emerge tutta la sofferenza di chi non solo subisce queste violenze ma anche di chi lavora al loro fianco, nel cosiddetto terzo settore, affrontando ogni giorno problematiche di ogni ordine e grado, dalle difficoltà materiali a quelle di tipo morale e psicologico. Susanna Tagliaferri, che da tanti anni è responsabile di una casa famiglia nel comune di Marano di Napoli, in questo libro ha coniato un nuovo genere letterario, come ha anche definito la curatrice del volume, definendo l’opera di Susanna “un’epifania della narrazione”. Lo stile, la struttura e il ritmo dei racconti sono capaci di fissare gli occhi del lettore sul libro, fino a costringerlo di finire di leggere tutti i racconti, tutto di un solo fiato. Un nuovo ed originale modo di preservare i caratteri propri del racconto orale anche nella trascrizione. Per avere un’idea reale, vera e toccante su quanto il lettore si appresta a conoscere leggendo questo libro.

Storie di emarginazione ed abbandono, di misfatti e violenze sessuali indicibili, che nemmeno saremo capaci di immaginare. Esiste una perfida depravazione che colpisce molti uomini e donne e finisce per mietere molte vittime: i bambini. Costretti a vivere un disagio permanente, una condizione morale e psicologica dannosa per il resto della loro esistenza. Privati della loro purezza e deviati con insani pensieri e cattive abitudini che finiscono poi per rendere anche loro stessi probabili futuri “soggetti a rischio”. Una cancro sociale atroce con il quale fanno i conti ogni giorno tutti quelli che finiscono per essere lo scudo di questi bambini, la loro unica speranza, l’ultima via d’uscita, l’ancora di salvezza. Infatti nelle storie scritte da Susanna Tagliaferri viene fuori la mission di questi operatori. Anche se in preda spesso allo sconforto e alle pressioni di ambienti molto difficili e pericolosi, questi “eroi moderni” contribuiscono a gettare un seme di speranza nel cuore di questi bambini. Una cura non solo umana ma anche spirituale, fatta di preghiera che invoca la fede nell’intervento di Dio, per una vera a profonda ripresa di chi nella vita ha subito una violenza. Perché il male e la violenza possono togliere la purezza, creare un trauma, causare una deviazione, ma non possono mai togliere la speranza di cambiare, di amare e di credere in una svolta per continuare a vivere.

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