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RICOMINCIO DA QUI: EMEREGENZA RIFIUTI, VIRUS COSENTINO E CASO CARFAGNA

Prime Minister Silvio Berlusconi (L) talks with Equal Opportunities Minister Mara Carfagna during a Parliament session in Rome July 29, 2010. Italy's lower house of parliament Thursday approved an unpopular austerity package totalling 25 billion euros (32 billion dollars) aimed at bringing the public deficit under control and reassuring markets. AFP PHOTO/ Tiziana Fabi

Tutto è cominciato a Napoli, tutto rischia di finire a Napoli. La ”questione campana” diventa ”questione nazionale”, per il PdL e per il governo. Subito dopo il successo elettorale del 2008, Silvio Berlusconi inaugurò il primo consiglio dei ministri nel capoluogo campano, manifestando la volontà politica di risolvere il problema dei rifiuti. Senza deludere le aspettative, il premier prese in pugno la situazione e, se non del tutto risolto, fu almeno debitamente scongiurato il protrarsi all’infinito di un’emergenza senza fine nella regione campana. Fiore all’occhiello del governo del fare, il tempismo con cui Berlusconi ha risolto emergenze particolari, come quella napoletana, sono state alla base delle fortunate campagne elettorali delle amministrative del 2009 e delle regionali del 2010. Ora, a distanza di poco più di un paio d’anni, Napoli è sprofondata nuovamente nel baratro. La ”nuova emergenza dei rifiuti” rischia di seppellire non solo Napoli, ma anche i buoni risultati conseguiti in questi anni dal governo Berlusconi.

Come se non bastasse la Campania è lo specchio dello scontro politico che si consuma a livello nazionale nei palazzi romani. Napoli è la roccaforte dei finiani, almeno nell’immaginario dei suoi esponenti, e dell’uomo più fidato di Fini, lo spregiudicato Italo Bocchino. Mentre solo alcuni mesi fa difendeva il Cavaliere, oggi è colui che in maniera sfrontata, e spesso  volgare, attacca il premier. La sua ultima follia è stata quella di minacciare Berlusconi sulla delicata questione dell’utilizzo del nome e del simbolo del PdL, partito alla cui fondazione aveva contribuito anche Fini.

A prescindere da queste considerazioni, le questioni sollevate dalla Carfagna devono essere discusse all’interno del partito, perché da più parti il ministro salernitano ha ricevuto solidarietà politica ed umana, a testimonianza che incombe in Campania la necessità di un rinnovamento della classe dirigente da tutti invocato e per troppo tempo ignorato. Cosentino sta creando più imbarazzi al PdL e al presidente Berlusconi, che di chiunque altro negli ultimi due anni. Solo la determinazione di Berlusconi, il suo carisma e la sua indiscussa leadership all’interno del partito possono frenare l’emorragia di consensi che il PdL sta accusando in Campania a causa del ”virus Cosentino”.

Ora Silvio deve imprimere una svolta politica forte, che contribuisca ad un ricambio generazionale basato sulla meritocrazia. Deve farlo partendo da Napoli, una terra che rispecchia i mali dell’Italia ma che non smette di sperare nel rinnovamento e nell’inaugurazione di una nuova politica del fare. Il primo passo è stato eleggere Caldoro presidente della Regione. Le sue capacità politiche e la sua integrità morale è da tutti stimata. Ora ci avviciniamo alle comunali di primavera e sarebbe uno sbaglio ”regalare” a Bocchino e il suo partito, una donna forte come Mara Carfagna, il consigliere regionale che ha raccolto più voti in tutta Italia la scorsa primavera. Inoltre in maniera molto ipocrita e indecente parte della stampa di sinistra ha strumentalizzato ”l’affaire” Carfagna. Ieri definita l’emblema e massimo esempio della ”mignottocrazia” (avanzamento professionale per meriti sessuali), oggi invece difesa strenuamente dall’ ”Unità” che, appena due anni fa, aveva cavalcato l’onda mediatica delle volgarità della Guzzanti sul ministro, che ha poi invece dimostrato di lavorare bene per il paese.

Allo stato attuale delle cose bisogna stare attenti, perché è auspicabile che Carfagna rimanga nel partito, al governo e continui a migliorare la situazione della sua regione, dove ormai la bussola del buon senso si è smarrita, ma senza esasperare lo scontro e mantenendo forte l’unità del partito. Sembra evidente, dunque, che ancora una volta Napoli sarà il teatro di uno scontro politico senza esclusioni di colpi che segnerà la rinascita di questo governo e del presidente Berlusconi, che dovrà risolvere l’emergenza, abolire il ”virus” Cosentino, riabilitare Mara Carfagna e vincere le elezioni comunali in primavera con un candidato forte e credibile, sul piano poltico e morale.

Silvio, ricomincia da qui.

 

 

3 Comments

  1. Francesco di Biagio ha detto:

    Sei convinto che basta risolvere i problemi di napoli per rilanciare il govero e il presidente???
    comunque sarebbe un buon inizio fare pulizia ed far dimettere cosentino…

  2. michele ha detto:

    Ale hai ragione e come sempre hai centrato il punto della situazione…ora ciediamo al presidente di dare inizio a questa nuova svolta….

  3. Grazie dell’articolo. Buon lavoro !

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