CONFERENZA CON CHRIS BRADY
1 Febbraio 2014
PRESENTAZIONE LIBRO ALFONSO MELLUSO
11 Febbraio 2014
Guarda tutto

SOGNI DI UN NAPOLETANO QUALSIASI

Andrea Rubino, giovane blogger napoletano, ha intervistato Alessandro Iovino. 

Ecco il link del blog “Sogni di un Napoletano qualsiasi” di RubinoNapoletano 

C’è una Napoli nascosta a molti, a parer mio occultata da chi in effetti ha paura di quello che realmente può esporre. Alessandro Iovino fa parte di quella Napoli vincente, quella Napoli che va in giro per il mondo e ti fa sentire orgoglioso di essere Napoletano!

Nato a Napoli il 29/06/1986, quindi un giovane come noi, storico con una vera e propria passione per la politica. Uomo di fede e dedito alla famiglia, intellettuale e persona profonda e di immensa cultura.

Io ho avuto la possibilità di conoscerlo nel 2011, grazie alla sua collaborazione nella stesura del libro di Edinson Cavani,  sono rimasto molto affascinato dalle sue parole e dal modo di esporle, infatti non è solo un eccellente scrittore ma anche un impressionante oratore!

Le sue opere sono apprezzate in tutta la nazione e non solo! E quando penso ad Alessandro mi viene in mente uno dei sonetti del grande Raffaele Viviani :si è nu Napulitano, ‘a città soia,’o ricunosce e nun ce ‘o ddà a parè?S”o vasa ‘nsuonno e nun le dà sta gioia.E ‘e trombe ‘e llate squillano: ” Tetèee! “Qualunque cosa fa, siente: – ” E ched’è? “” ‘O ssaccio fà pur’io. ” ” Senza pretese. “E chesto simme nuie. Dopo di che,Nun se fa niente ‘e buono a stu paese?E tu, Napule mia, permiette chesto?Strignece ‘mpietto a te, figlie e figliaste.Arapencelle ‘e braccia e fallo priesto:avimm’ ‘a stà a ” guaglione ” e simmo maste.

Io ho creato questo blog senza pretese di giornalismo, voglio solo esporre quello che voglio che piaccia o meno, ed avere il privilegio di poterlo ospitare qui in casa mia mi riempie di emozione ed orgoglio, e colgo per l’ennesima volta l’occasione di ringraziarlo!

Vi prego di non guardarla come un intervista ma come una chiacchierata fra amici:

 

Tante opere, mai banali e sempre piene di cultura e spunti di riflessione, come riesci a scrivere di tanti argomenti diversi, con così tanta disinvoltura e bravura?

 

La scrittura è sempre stata una passione. Una passione che, grazie a Dio, è poi diventata un lavoro. I filoni d’interesse sono tanti, è vero. Principalmente però mi interesso di argomentazioni storico-religiose e ed anche politiche, con un taglio però più giornalistico.

 

Fra le tante opere che hai scritto, qual’è la tua preferita, e qual’è quella che ti rappresenta maggiormente ?

 

Si dice che i libri sono come dei figli. Quindi è difficile risponderti. Posso però citare con orgoglio il mio primo libro: “L’amore di Dio è sopra ogni cosa”, pubblicato quando avevo 20 anni. Ricordo l’entusiasmo, la gioia, l’incredulità e la soddisfazione all’epoca della pubblicazione. La stessa che ho provato per tutti gli undici miei libri.

 

Qual’è invece quella che ti è piaciuta di più fra quelle che hai letto ?

 

Adesso sono ancora più in difficoltà. Mi sforzo però di ritornare indietro con la memoria, ricordando la lettura, quando avevo poco più che 16 anni, dell’opera La fattoria degli animali di George Orwell. Un capolavoro, letterario e politico. Lo lessi tutto d’un fiato.

 

Il tuo rapporto con la fede ?

 

La fede è il motore della mia vita. Cammino per fede. Ho realizzato un’intima e profonda esperienza spirituale che mi spinge a vivere un rapporto diretto con Dio. Lui non è lontano, ma vive dentro di noi. E questo “miracolo” non è per pochi, ma per tutti quelli che ci credono. A volte forse possiamo vacillare, ma se mi fermo, e guardo mia moglie e mia figlia, allora cresce anche la mia gratitudine a Dio.

 

Il tuo pensiero sulla chiesa cattolica dei giorni nostri

 

Da cristiano evangelico posso solo augurarmi che la luce di Dio possa illuminare la vita di molti che sono cattolici per tradizione e non convinzione. In questo forse la chiesa ha delle responsabilità di tipo spirituale.

 

Che legame hai con la tua terra?

 

Viscerale, profondo. Lo so, oggi va di moda e sarebbe politicamente corretto dire che qui non si vive bene e che auspico di andarmene, però mentirei. Io amo la mia terra, nonostante vive grandi criticità e disagi. Credo che sia un legame naturale, innato.

 

Come pensi che possa reagire Napoli a questa ennesima mal gestione politica?

 

Il problema di oggi è che i cittadini non reagiscono più. Oppure lo si fa con estremismo, come a mio avviso alcuni movimenti troppo violenti e volgari. Nello scenario politico italiano mancano all’appello i moderati. Quelle persone che spendono il loro tempo per il lavoro e, sfiduciati dalla politica, non reagiscono più. La sfida è convincerli che l’astensionismo è il peggiore dei mali delle democrazie occidentali.

 

Un tuo pensiero su De Magistris

 

Dopo un anno dalla sua elezione scrissi un libro su di lui “Demagogistris”. Insieme al gruppo di Giovani in Corsa, fummo i primi a manifestare dissenso verso la sua politica. Oggi vado oltre la protesta: lo vedo solo, abbandonato, criticato anche da suoi ex fedelissimi. Questo non è un bene per la città. Alle prossime elezioni gli elettori giudicheranno.

 

Secondo te questo immobilismo Napoletano può finire e se si come ?

 

Guarda, qui tutti risponderebbero con una buona dose di retorica e qualunquismo. Senza essere politicamente corretto, io ti dico che guardo con interesse chi sta costruendo alternative serie e facendo programmi per la città. Tra questi, il capo dell’opposizione in consiglio comunale, Gianni Lettieri, sta facendo un buon lavoro.

 

Tu che sei un uomo di grande cultura, come pensi ce Napoli possa tornare la culla culturale d’Europa ?

 

Sei ancora troppo gentile e generoso. E ti ringrazio. La tua domanda pone una questione centrale, che per me come storico, è particolarmente sentita. Napoli è stata capitale europea. Tra le più grandi, poco più di due secoli fa. Pian piano abbiamo perso questo primato. Possiamo ritornarci solo se ci crediamo. Se acquistiamo consapevolezza che la nostra città è una miniera d’oro, culturalmente parlando.

 

Hai pregiudizi verso quelle che possono essere chiamate culture pop, che a Napoli si fanno sempre più spazio ?

 

No, non sono contrario. E’ un mondo che conosco poco, ma l’arte è sempre “sacra”. Una cosa però: come in tutte le più grandi città del mondo, speriamo solo che ognuno possa avere il suo spazio per esprimere la propria arte, senza invadere quello collettivo.

 

Prossimi progetti ?

 

Ho appena pubblicato un libro biografico su Alfonso Melluso, imprenditore e pastore evangelico. Una storia di fede per me particolare, essendo il nonno di mia moglie. Scriverlo è stato come fare un viaggio nella storia dei miei antenati della fede. Ed ho scoperto le grandi cose che Dio ha fatto per loro.

 

Una definizione personale di Napoli ?

 

Come si fa a non amarla? Sì, è vero, a volte ci delude, ci scoraggia e ci maltratta, ma trasmette così tanta passione che non si può non amarla. Trovo straordinario quell’epiteto della grande Sofia Loren che disse: “Io non sono Italiana, sono napoletana”. Mi trova d’accordo. Una mia definizione: “Napoli non discute, ma si ama”.

 

 

 

Andrea Rubino

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *