Sorride Zì Tonino. Lui ha sempre la battuta pronta. Il sorriso è il suo biglietto da visita. E’ quello che sa fare meglio, ovviamente dopo il suo amato, amatissimo lavoro. Definito da tutti “l’ultimo sciuscià” di Napoli. Osannato dalle cronache giornalistiche locali e nazionali per aver tenuto in vita un “mestiere” antico, per aver mantenuto viva la memoria di una Napoli che quasi non esiste più, e che grazie alla figura a dir poco mitologica di Zì Tonino è sopravvissuta un po’ più a lungo di quello che ci si aspettava.
Sciuscià è una storpiatura dialettale napoletana del termine inglese originale (shoeshine, ovvero “lustrascarpe”). Non molti decenni fa, Napoli era gremita di piccoli scugnizzi che popolavano i quartieri della città pulendo le scarpe dei gentiluomini per pochi soldi. Ma questa parola divenne nota a livello nazionale per il film di Vittorio De Sica, intitolato appunto “Sciuscià”.
Questa figura così particolare è sopravvissuta ed arrivata ai giorni nostri grazie a Zì Tonino. Qualcuno l’ha definito un arredo urbano, nel senso nobile termine, paragonandolo ai grandi simboli e monumenti che gravitano nell’area dove da sempre Zì Tonino ha svolto il suo lavoro: il Teatro San Carlo, la Galleria Umberto e Via Toledo.
E’ lì che Tonino ha trascorso la sua vita. Ogni giorno. Ogni singolo giorno per quasi quarant’anni. Anche nei giorni festivi, soprattutto in quelli. Ed è lì che è nata la sua leggenda. Ha lustrato le scarpe di Totò, della Lollobrigida e in tempi recenti anche di Berlusconi. Ha vissuto quella strada, quei luoghi, così a lungo da diventare una figura di riferimento.
Si diffuse una bufala qualche tempo fa in merito alla sua morte. Lui ci è rimasto un po’ male. Con lui la sua famiglia. Zì Tonino vive da sempre con sua sorella. Tonino la prende in giro, dice che è la sua segretaria. Ma lei è qualcosa di più. E’ colei che per una vita ha atteso la sera suo fratello, un po’ testardo, convinto di scendere a Via Toledo anche nei giorni di Natale e che ancora oggi si preoccupa di curarlo con amore e devozione. E con sua sorella, l’ultimo sciuscià è circondato da una grande famiglia, che lo vuole bene e lo coccola, con amore. Quello che si deve ai grandi, alle persone speciali, come Zì Tonino.
Abbiamo perciò fatto visita a questa leggenda napoletana. Abbiamo cercato di raccontarne gli aspetti più intimi, di coglierne il vero valore, oltre il folklore.
Lui oggi è costretto al riposo, perché non sta molto bene. E’ circondato da grande affetto ed amore, ma chiaramente sente la mancanza della strada, del suo lavoro, del contatto con la gente.
Abbiamo intervistato Zì Tonino per farci raccontare aspetti della sua storia che molti hanno sottovalutato. Perché come dietro ogni maschera napoletana, anche quelle divertenti e goliardiche, c’è sempre un retroscena nostalgico, drammaturgico. Per Zì Tonino non è sempre stata facile la vita. Lui però ha sempre sorriso. E questo lavoro l’ha salvato, ha dato una ragione alla sua esistenza.
Ora però tocca sentire la sua voce. La sua inconfondibile voce e guardarlo negli occhi mentre dispensa non solo battute, ma insegnamenti di vita.
Ascoltare, per credere.
1 Comment
Grande Zio antonio Dio benedica grandemente la tua vita ,sei un bellissimo e grande esempio per tutti noi Tvb ,grazie Alessandro Dtbg