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UNITA’, QUESTA SCONOSCIUTA – AL VIA IL CHRISTIAN EXPO’

Unità, questa sconosciuta

Unità. Sembra proprio che questa parola a volte susciti in noi molte domande e non poche perplessità. Al netto di tutte le pur importanti disquisizioni storiche e teologiche, questa che qui espongo vuole essere una semplice e fraterna riflessione su ciò che ha fatto concepire, ideare e nascere la prima edizione del Christian Expo’.

Come più volte detto è tutto cominciato in modo spontaneo. Consapevoli delle diversità, visioni e della mission che ogni singola realtà ministeriale e denominazionale evangelica italiana conserva – a giusta ragione – per la prima volta, come accadrà in questo consesso, la gran parte di essi decidono di fare la più semplice – ma ahimè a volte complessa – delle cose: relazionarsi e conoscersi, per poi mostrarsi al mondo esterno ed alla società. In modo unitario.

Tutto questo ha comportato uno sforzo immane. Un passo difficile ed un’idea non facile da partorire, ma che porterà frutti per la gloria di Dio.

“Tutto nasce dal dolore”, disse un saggio. Per questo bisogna mettersi in discussione, essere pronti a confrontarsi, sapendo che questo comporta dei sacrifici. Notevoli sforzi umani e spirituali. Perfino il miracolo della vita nasce con un atto di dolore. Per questo si pongono davanti a noi sfide difficili, ma tanto più sarà grande il nostro sforzo, tanto più sarà copiosa la benedizione di Dio.

E’ troppo facile chiudersi e rinchiudersi nelle “mura” del proprio piccolo regno, trincerarsi in un pericoloso isolazionismo che, soprattutto in virtù dei tempi che viviamo, è anacronistico e dannoso. Il difficile è accettare la sfida: amarsi, cercarsi e rispettarsi nella diversità. Avendo il medesimo Spirito. Siamo imperfetti ed indegni, ma è giusto – ed aggiungerei doveroso – provarci.

Davvero risulta incomprensibile l’atteggiamento di chi demolisce una simile iniziativa in partenza,  senza aver prima visto, presenziato e conosciuto. Senza tenere conto della “fatica” che fin qui è stata necessaria per dare vita a questo evento.

Questa unità non vuol dire però dare spazio al qualunquismo o, tantomeno, questo non sarà un evento che si vuole annoverare nella schiera di quella spicciola retorica ecumenica. Sarebbe non solo dannoso, ma anche inutile. Anche queste iniziative ormai hanno fatto il loro corso.

Non è questo il caso, credetemi.

Siamo andati oltre tutto questo.

Un mio amico dice spesso che sulla terra siamo dei turisti il cui viaggio (durata, tempi, mete ed incontri) sono decisi dall’agenzia del Cielo.

Ecco, penso che questo momento sia una tappa importante e per certi versi unica, di questo incredibile “viaggio spirituale” che i credenti evangelici italiani hanno il privilegio di poter vivere, insieme. Ognuno al termine di questa esperienza tornerà al proprio lavoro ministeriale, alla propria chiamata, nella propria chiesa; ma lo farà arricchito dalla conoscenza dei propri “fratelli”. Nel rispetto di ciò che ha visto, sentito e conosciuto. Avendo ricevuto ma anche avendo dato.

Questo evento non a caso cade proprio nel 2017, anno delle celebrazioni dei 500 anni della Riforma Protestante. Ci sarà modo di riflettere, anche all’interno dell’Expò, sulla natura storica e teologica di quello che fu uno dei più grandi avvenimenti della storia moderna. Ciò che ha sempre caratterizzato (o per lo meno dovrebbe) tutte le denominazioni Protestanti scaturite dalla Riforma del 16° secolo, il fine su cui esse  hanno fondato la loro storia e tracciato fin ora il loro cammino, è l’accettazione dell’intera Bibbia come Parola ispirata da Dio e, quindi, unica e vera guida per la condotta dei credenti e la salvaguardia della sana dottrina. Date queste premesse hanno inteso di rimanere fedeli all’insegnamento: …perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù (Galati 3:28). Nella Sacra Bibbia è evidente un forte impulso ed un richiamo all’unità dei Cristiani in Cristo Gesù. Naturalmente, questa unità non può essere raggiunta a discapito della fede in Cristo Gesù, unico Salvatore e Signore.

Nelle lettere dell’apostolo Paolo, il richiamo all’unità è costante:…uniti nell’amore…(Colossesi 2:2); ed ancora vi esorto… a stare perfettamente uniti(I Corinzi 1:10)…sforzandovi di conservare l’unità dello Spirito…(Efesini 4:3). Nella speranza che …tutti giungiamo all’unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio…all’altezza della statura perfetta di Cristo…(Efesini 4:13).

Ma per un attimo, infine, voglio chiedervi uno sforzo d’immaginazione. Provate a fare un salto nella storia, di 500 anni. Immaginate di vestire  i panni di Lutero. Immaginatevelo, con le sue 95 tesi, con tutto il carico delle sue umane imperfezioni, decidere di sfidare tutte le più forti convenzioni religiose di quel tempo, andare oltre ogni resistenza ecclesiale ed avere il “coraggio di osare”. Per onorare Dio e la Verità.

Oggi, a distanza di 500 anni, la Chiesa del Signore, in Italia e nel mondo, è chiamata ad equipaggiarsi dello stesso coraggio.

Il coraggio di Dio.

E scopriremo che percorrere dei “tratti di strada” insieme di questo lungo cammino, sarà semplicemente straordinario.

Provare per credere.

 

Alessandro Iovino

scrittore, storico, saggista

3 Comments

  1. Enzina De Riscio ha detto:

    Gentilissimo Dott. Iovino, Onestamente accostare il suo evento alla Riforma, anche se solo in maniera retorica (e non poco pomposa), mi sembra azzardato e irrispettoso. Una scelta di rottura e di estremo rischio (la Riforma) con una di conformismo e ricerca di consenso (definirla “Grande Evento” prima ancora che si sia tenuta) che cos’hanno in comune?
    Non capisco perché lei non fa la sua strada senza pretendere che chi non la pensa come lei si chiude, s’arrocca… le auguro ogni bene. Ma sia un po’ più modesto.

  2. Porziana ha detto:

    Buonasera fr Alessandro Iovino, vorrei poter esporre il mio pensiero sul tema Expo. Intanto preciso che ero presente all’evento. Direi straordinario. Utile. Attesto questo perché, lo stand che mi riguardava era ed è ancora Stanza Enea rif. (Atti 9:32), nostro desiderio è di motivare, consolare e PREGARE, affinché Dio compia miracoli per il malato fisico e spirituale. Insieme al presidente dell’associazione Antonio Rozzini ed altri fratelli abbiamo partecipato per poter “divulgare” a molte altre persone l’amore per questa categoria di persone. Sono disabile anch’io, guarita nello Spirito e da vegetale in attesa del funerale, oggi do Gloria al nome di Gesù perché ha miracolosamente migliorato la mia condizione fisica. Un giorno ho semplicemente risposto alla Sua chiamata dopo averGli detto: “manda me”, ed oggi senza sforzo, perché Dio è la mia guida, voglio dare un sostegno morale al malato e speranza di guarigione, perché per prima io, sono stata visitata da Gesù. Tornando all’Expo, voglio ringraziare Dio per i contatti che ho conservato. Quest’evento é stata una straordinaria benedizione. Mi son commossa quando i primi ad entrare all’evento sono stati disabili in carrozzina seguiti da accompagnatori. Abbiamo potuto dare testimonianza che Dio vuol (dare voce a chi voce non ha).
    Riporto queste tue parole molto importanti:
    Davvero risulta incomprensibile l’atteggiamento di chi demolisce una simile iniziativa in partenza, senza aver prima visto, presenziato e conosciuto. Senza tenere conto della “fatica” che fin qui è stata necessaria per dare vita a questo evento.

    Fratello Alessandro Iovino io sono membro di una Chiesa ADI e ringrazio Dio, perché li Lui mi ha posto ed é li che voglio esser di testimonianza, ma, concludo dicendo che l’Amore non ha denominazioni.
    Dio benedica chi potrà leggermi.

    Porziana

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