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AZZURRISSIMO – LUGLIO

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VISTI DA VICINO. Alessandro Iovino: “Caro Edy, ricordi ciò che scrivemmo nel libro?”

 

 

Cari Amici di Azzurrissimo,

sei mesi fa inauguravo questa rubrica  “Visti da Vicino” raccontandovi della mia esperienza come ghostwriter del Matador Cavani. Sembra però essere passato un decennio da quell’articolo, per tanto sento la necessità di ritornare a scrivere sul Cavani, alla luce anche di una mia lettera inviata al Mattino e pubblicata l’11 luglio nella prima pagina dello Sport ed intitolata: “Caro Edi, ti perdono il PSG ma non l’addio a Soledad”.

 Non è un ritorno facile, perché si tratta di Cavani, di cui sono stato biografo nel 2011, insieme a Sondra Sottile, dell’autobiografia “Quello che ho nel cuore” (Mondadori, 2011). Sei mesi fa decisi di mettere in risalto, come del resto facemmo nel libro, aspetti e caratteristiche del Matador che andassero oltre il calcio: parlai della sua esperienza di fede e del forte attaccamento per la famiglia.

In pochi mesi però la situazione è precipitata. Ormai tutti sanno della triste vicenda della separazione con Sole e tutti noi, amici della coppia, abbiamo vissuto con molta sofferenza quanto accaduto: quando si rompe una famiglia non è mai una bella cosa, soprattutto quando poi hai dato una pubblica testimonianza di fede e credi nella sacralità del matrimonio.

Ecco per tanto ciò che ho già scritto sul Mattino:

Ho sempre  mantenuto un certo riserbo sulla vicenda e, pur essendo il biografo di Cavani, insieme a Sondra Sottile, ho preferito rispettare la volontà di Cavani di non parlare a “sproposito” sulle sue vicende personali e professionali. Sento, però, che è giunto il momento di sciogliere la mia consueta riservatezza, manifestando la mia opinione su quanto è successo e sta accadendo in queste settimane.

Capisco che molti tifosi sono delusi dal fatto che Cavani abbia lasciato il Napoli per il PSG, ma devono farsi una ragione: il calcio è così. Quelli che “sposano” la maglia sono casi rari. Questo epilogo però non deve cancellare di colpo tre anni di grandi emozioni che Cavani ha regalato a Napoli e che i tifosi hanno regalato a Cavani. Una volta mi disse di aver provato un’emozione unica quando, dopo la tripletta alla Juve, tutto lo stadio intonò per lui “O’ surdato nnammurato”. I club guidati da presidenti europei ci hanno abituato a trattative più lunghe, che a volte aiutano anche a metabolizzare il distacco o l’abbandono di un grande campione, ma i sauditi agiscono con più rapidità: in un giorno sono capaci di chiudere trattative così complesse e dispendiose, come quella relativa al Matador. Vorrei poi fare una semplice domanda ai tifosi napoletani: voi, al posto suo, come vi sareste comportati?

Come tifoso, dunque, non sono rammaricato, anche perché sono convinto che Edy abbia sempre avuto un buon rapporto con il Napoli e sia sempre comportato bene con i napoletani. Sono invece dispiaciuto per ciò che è accaduto con Sole. Ognuno fa le sue scelte, ma quando si rompe una famiglia non è mai una cosa bella. Tutto ciò genera sofferenza in chi come me ha vissuto la famiglia Cavani.

Edy inizialmente aveva dato a Napoli, anche grazie al libro, un messaggio di fede. Sono cosciente che ormai, dopo tutto quello che è accaduto, non è rimasto più nulla di quanto abbiamo costruito. Quella è stata la vera, unica ed autentica delusione.  Essere amici significa anche essere sinceri, e non posso far altro che prendere atto di quanto è accaduto. Mi auguro che Edy calcisticamente faccia bene a Parigi come ha fatto a Napoli, ma quello che posso augurargli di cuore, è di essere fedele a Dio e alla Sua Parola, e ciò vale molto di più di una Champions o di un ingaggio milionario. Infine sono convinto di una cosa: a prescindere dagli essere umani, e dai tanti sbagli che noi commettiamo, l’opera di Dio va avanti. Lui sì che non sbaglia mai. Ed è sempre pronto a perdonare. 

 

Questa lettera ha generato molto “rumore”. Come sempre molti ancora parlano da tifosi, senza capire che nella vita c’è qualcosa che vale di più dello sport, del calcio o di una maglia: è la vita spirituale. Questa è stata la mia esperienza. Senza alcuna forma di pregiudizio, anzi sperando sempre nella grazia di Dio, mi auguro che Cavani possa vivere con serenità anche i clamori dovuti al suo successo professionale e lo stesso augurio lo rivolgo a Maria Soledad e i suoi figli perché possano tornare a sorridere.

Desidero concludere con le parole di Edy tratte dalla sua autobiografia “Quello che ho nel cuore”:

È nostro dovere di esseri umani reagire ai problemi della vita, senza lasciarci andare a uno sterile vittimismo. Con una buona dose di umiltà possiamo affrontare con il giusto spirito i momenti belli e meno belli della nostra vita, ma per farlo è necessario avere fiducia! Chi ha fede nel Signore non ha paura e non teme nessuno: “Ecco, Dio è la mia salvezza; io avrò fiducia e non avrò paura di nulla”.

 

Alessandro Iovino 

 

 

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