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BUFFARINI – GUIDI: LA CIRCOLARE VERGOGNA

LEGGI L’INTERVISTA AD ALESSANDRO IOVINO A FIRMA DI FRANCESCA CARRANO DA PORTALE

“DENTRO SALERNO”

Accadeva oggi: 9 aprile 1935. Il regime fascista approva la circolare Buffarini-Guidi

 

Il 9 aprile 1935 fu promulgata, da parte del Ministero dell’Interno, la circolare n°600/158, più conosciuta come la “Circolare Buffarini-Guidi” (dal nome del sottosegretario che la firmò). Questa circolare fu rivolta ai Prefetti di tutto il territorio nazionale per contrastare e proibire “pratiche religiose contrarie all’ordine sociale e nocive all’integrità fisica e psichica della razza”. Quali conseguenze ha avuto quella circolare e perché oggi la ricordiamo lo chiediamo ad Alessandro Iovino che da molti anni si interessa di storia pentecostale. Iovino è il pronipote di Salvatore Anastasio, pioniere pentecostale napoletano. Alessandro Iovino, laureato in storia presso la facoltà di Lettere e Filosofia della Federico II, e’ autore prolifico, conferenziere e assistente parlamentare presso il Senato della Repubblica. E a lui chiediamo: Il 9 aprile 1935 venne disposta la circolare, a firma del sottosegretario agli Interni Guido Buffarini Guidi, che vietava il culto pentecostale in tutto il Regnod’Italia in quanto “esso si estrinseca e concreta in pratiche religiose contrarie all’ordine sociale e nocive all’integrità fisica e psichica della razza”. Cosa significò quella disposizione per i pentecostali e che conseguenze ebbe? La circolare ebbe gravi ripercussioni sui pentecostali: deportazioni, carcere e confino. Molte famiglie vennero divise. Per esempio il mio bis-nonno, Salvatore Anastasio, pioniere pentecostale a Napoli, fu prima incarcerato a Poggioreale e poi inviato al confino a Bracigliano (Sa). Dovette chiudere la sua attività commerciale e dividersi dalla famiglia. Tutto questo però non fece altro che rafforzare la fede dei pentecostali. La disposizione suddetta fu ripresa e inserita anche nelle leggi razziali del 1938. Come reagì il Vaticano? Appunto, molti non sanno che le leggi a sfondo razziale di epoca fascista, iniziano con questa circolare, nel 1935, a danno dei pentecostali. Secondo il grande giurista Giorgio Peyrot la Buffarini-Guidi costituiva “il più grave provvedimento di intolleranza religiosa che sia stato mai emanato in Italia dopo l’epopea risorgimentale“.Ahimè, il clero cattolico ha avuto un ruolo di primo piano in queste vicende. Spesso i preti denunciavano i pentecostali, considerati il male assoluto, segno di una pericolosa americanizzazione ed occidentalizzazione della società italiana. Ho raccolto in tal senso documenti nelle prefetture e nei tribunali che attestano questa persecuzione. E’ stato proprio Papa Francesco ad “ammettere” finalmente questa corresponsabilità del clero cattolico con il regime fascista … Come giudica la visita di Bergoglio alla comunità evangelica di Caserta?Da un punto di vista spirituale, i timori di alcuni leader evangelici sono stati confermati. Il pastore Traettino, d’altronde, però,  in coerenza con quello che da anni predica, ha intrapreso la sua strada ecumenica e di comunione spirituale con i cattolici. Per la maggior parte degli evangelici, rimangono irrisolti alcuni punti dottrinali e teologici fondamentali per un confronto spirituale con il Capo della chiesa cattolica. Da un punto di vista storico, allargando la nostra visuale, non più “solo” confessionale, possiamo ben dire che è la prima volta che un papa fa visita ad un pastore protestante. Ancor di più per la prima volta il Papa riconosce il ruolo del clero cattolico nella persecuzione dei pentecostali durante il Ventennio fascista. Il 28 luglio 2014 rimarrà dunque nella storia, perché è stata riconosciuta dal Vaticano questa triste pagine della storia pentecostale. Ritornando alla disposizione Buffarini-Guidi, cosa accadde a guerra finita?Accadde l’incredibile. La circolare sopravvisse al regime. Per ben 10 anni. Fu una persecuzione più celata ma comunque pressante. Questo vergognoso accanimento sui pentecostali cessò solo con l’abrogazione della circolare, che avvenne nel 1955 in sede giudiziale. Quando il culto pentecostale è stato riammesso e consentito dallo Stato Italiano? Qual è stato il percorso e chi ringraziare? Di fatto con l’avvento della Repubblica i pentecostali ebbero molto più spazio d’azione, nonostante la circolare. L’affiliazione con gli Americani, da parte di una buona parte del mondo pentecostale, fu determinante. Di recente si è appreso, anche se la notizia dev’essere ancora pienamente documentata, che il riconoscimento giuridico delle Assemblee di Dio in Italia, nel giugno del 1959, fu preceduto da una visita del presidente USA Eisenhower a Roma nel maggio del ’59. Secondo le memorie di un pioniere pentecostale, il presidente americano fece pressioni sul Presidente della Repubblica Italiana Gronchi affinché firmasse questo riconoscimento. Non è ancora tutto precisamente documentato, ma è molto plausibile che ciò sia realmente accaduto. Inoltre non possiamo non ricordare la figura di Umberto Nello Gorietti, primo presidente ADI e tra i maggiori assertori della libertà religiosa del secondo dopoguerra.Sono sempre più le comunità pentecostali in Italia. Quali “personaggi” o nomi noti possiamo annoverare? I pentecostali sono in vertiginosa crescita nel mondo intero. Secondo alcuni calcoli statistici il 50% della popolazione cristiana nel mondo entro il 2025 sarà di matrice pentecostale. E’ ovvio che tra questi ci siano anche personaggi famosi. Non vorrei dimenticarne qualcuno, perciò non farò nomi, ma è noto che ci sono pentecostali nel mondo dello sport, dell’impresa, della politica e dello spettacolo. A livello internazionale vorrei ricordare che il Presidente in carica della Guinea è pentecostale. Che messaggio si sente di dare ai giovani che leggono queste righe e che non hanno mai sentito parlare di pentecostali se non come una setta? Questa definizione di setta è “superata” dalla storia. Ormai i pentecostali sono conosciuti e riconosciuti nel nostro paese. Mi auguro un po’ più di attenzione in più dal servizio pubblico e dai media in generale per la realtà pentecostale, la terza presenza religiosa organizzata in Italia. I giovani pentecostali, infine, non dovrebbero dimenticare le proprie radici, ma coltivare la memoria. Come disse Primo Levi: “Un popolo senza memoria, è un popolo senza futuro”. 

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