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DIARIO DI VIAGGIO – COSTA D’AVORIO 2013

HOPE FOR AFRICA

 

di

Alessandro Iovino

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INTRODUZIONE

 

L’Africa tutti pensano di conoscerla. Almeno è quello che pensavo io avendo visto tanti documentari, letto molti libri e aver visitato quasi tutti i paesi del Nord del continente nero. Ma mi sono sbagliato. Il “cuore” del mondo, l’Africa equatoriale, bisogna viverla per capire a fondo quello che vediamo nei documentari. E mi sono convinto anche di aver visto una piccola parte di un mondo vasto, vastissimo, che pensiamo (o fingiamo) di conoscere ma che in realtà ignoriamo.

 

Mi era capitato già di fare un viaggio missionario in India nel 2005, qualche mese dopo lo Tsunami, ma ogni paese è diverso dall’altro, figuriamoci due continenti.

Per questo motivo, ho scritto questo diario di viaggio per raccogliere emozioni, sensazioni ed esperienze che insieme ad un gruppo di giovani credenti, ed un paio di pastori pentecostali italiani, abbiamo vissuto in Costa D’Avorio tra il 27 luglio e il 5 agosto del 2013. Sono piccole annotazioni che cercavo di appuntarmi alla fine di ogni giornata. Ci sarebbe ancora e molto altro di più da raccontare e far vedere, questo è solo un piccolo tentativo per rendere testimonianza di ciò che abbiamo vissuto.

 

Abbiamo stretto sincere amicizie con ivoriani convertiti a Cristo, vivendo ogni giorno intensi momenti spirituali. Questo viaggio si può definire in molti modi: umanitario, spirituale, missionario, ma possiamo ben dire che prima di tutto è stato un viaggio benedetto da Dio, profondamente.

 

La delegazione italiana che ha preso parte alla missione è stata composta dai pastori delle Chiese Cristiane delle “Assemblee di Dio in Italia” Antonio Imbimbo ed Arnaldo Di Falco, ed i giovani: Ciro Torre, Giovanni Tagliaferri, Alessandro Iovino, Claudio Iovino ed Alessandro Melluso.

Questo diario è intitolato “Hope for Africa” non a caso. C’è una speranza viva per gli africani, così come per tutti gli esseri umani: Cristo Gesù. Speranza per l’Africa e per il mondo.

 

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1° Giorno. CASABLANCA, MAROCCO

 

Se il “buon giorno si vede dal mattino”, possiamo ben dire che questo sarà un grande viaggio. Per arrivare in Costa D’Avorio abbiamo fatto scalo a Casablanca, ed in aereo abbiamo conosciuto Angela, un’avvenente 18enne della Guinea, figlia di un facoltoso ambasciatore. Si è parlato del più e del meno, e nello scalo abbiamo vissuto una particolare esperienza. 

 

Ciro Torre, ascoltando come questa ragazza si sentisse sola ed infelice, schiava così giovane anche di alcuni brutti vizi come la cocaina, ha subito colto l’occasione per parlare di Dio e della salvezza di Gesù. Prima Giovanni e poi Claudio hanno parlato della loro esperienza di fede, ricordandole che il cuore dell’uomo ha la forma di Dio, e che nessun altra cosa può riempirlo a perfezione. Lei ha iniziato ad ascoltare in silenzio, poi commossa ha detto di sentirsi il cuore in gola. E senza che potessimo mai pensare di fare una cosa del genere, Ciro invita Alessandro Melluso a pregare per questa giovane, riuscendo tutti noi a trovare comunione con Dio anche in un terminal marocchino, mentre a pochi metri da noi, alcuni mussulmani, rivolti verso La Mecca, pregavano Allah.

 

Si può testimoniare di Cristo sempre, ovunque. A Napoli, in Africa ed in un terminal. 

Ora, se questo è l’inizio, siamo convinti che vedremo ”cose maggiori di queste … ”

 

2° Giorno. ABIDJAN. COSTA D’AVORIO.

 

Siamo atterrati alle 3 di notte ad Abidjan, dove ci hanno accolto con calore alcuni fratelli ivoriani. Il tempo di raggiungere il centro delle Assemblee di Dio per poter sistemare i bagagli, e dopo un paio d’ore di risposo abbiamo raggiunto una chiesa di oltre 1.000 credenti, in cui abbiamo tenuto un culto di oltre 4 ore, in cui abbiamo sentito una forte presenza di Dio. Ci è capitato di testimoniare ma anche di cantare alcuni cantici. E’ stato straordinario vedere come questo fratelli gioiscono alla presenza del Signore, come cantano e danzano per onorare Dio. Ho la sensazione che bisogna vivere certe cose per capire. E la cosa più bella è viverle di persona.

In particolare ci ha colpito l’autorevolezza spirituale del pastore locale: un uomo di Dio, che anche solo con lo sguardo, ci ha dimostrato molto discernimento.

Il pastore ci ha mostrato il locale che stanno costruendo. Quello che ci ha stupiti è la generosità con cui questi credenti, anche se con pochi mezzi a disposizione,  offrono per l’Opera del Signore.

 

 

Come ho detto stamane, anche se siamo in una cultura così diversa dalla nostra, un paese così lontano dall’Italia, possiamo dire di essere stati in famiglia. La Famiglia di Dio.

 

3° Giorno. ABIDJAN. COSTA D’AVORIO.

 

La Costa D’Avorio conta circa un milione di credenti delle “Assemblee di Dio”. Considerando che la popolazione totale si attesta sui 22 milioni, la cifra è considerevole.

Stamane il segretario dell’Opera, il pastore Ogbanda, ci ha illustrato come è strutturata l’intera organizzazione sul territorio. La Assemblee di Dio sono, dopo i cattolici, la presenza cristiana più corposa del paese. 

 

 

Verso le 18 abbiamo raggiunto la chiesa del pastore Dominique, dove con oltre 1.500 credenti abbiamo avuto un culto di adorazione in cui il Signore ha operato in modo grandioso, con salvezze, miracoli e liberazioni, dopo la predicazione del pastore Antonio Imbimbo. Non si può descrivere la gioia che abbiamo provato nel pregare con loro, in mezzo a loro e per loro.  

Alla fine del culto abbiamo visitato l’ospedale attiguo alla chiesa. Con molti sacrifici, questa chiesa, ha sostenuto la costruzione dell’ospedale, che fornisce assistenza medica primaria ai bisognosi. Ci ha colpito una donna che aveva appena avuto un aborto spontaneo, a causa della malaria, perdendo un bimbo di 5 mesi. Per la vergogna si copriva il volto, e noi abbiamo evitato di metterla in imbarazzo.

Passeggiando per le strade, abbiamo visto tanta povertà e molta miseria. Tanto che, francamente, ci si domanda: Dio dov’è; si è forse dimenticato dell’Africa?

 

Credetemi, dopo aver messo piede in chiesa, allora abbiamo capito che Dio opera in mezzo a coloro che lo ricercano con tutto il cuore, anche qui in Africa, dove c’è un popolo che gioisce per la grazia del Signore, di cui tutti dovremmo ricordare l’esortazione: “La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza».

 

4°-5°-6° Giorno. DIMBOKRU, TROMABU. COSTA D’AVORIO.

 

Martedì mattina siamo partiti per Dimbokru, e per tre giorni non abbiamo avuto collegamenti internet. Da Abidjan abbiamo fatto circa 4 ore di viaggio nell’entroterra del paese. Sono stati tre giorni di forti emozioni e grande intensità. Abbiamo vissuto la vera Africa, e gli Ivoriani. Durante il lungo viaggio mio fratello Claudio, il medico del gruppo, ha iniziato a sentirsi male. Sono stati momenti difficili, ma anche in quello abbiamo visto la mano di Dio. Dopo un giorni di febbre alta e forti disturbi intestinali, temendo che fosse la malaria, il Signore ha steso la sua mano e ristabilito il fisico di Claudio.

 

Non credo sia possibile sintetizzare quanto abbiamo vissuto. L’esperienza più significativa è stata quella della visita in un villaggio immerso nella giungla, senza corrente, acqua, case, insomma: un vero villaggio africano. Ci siamo “immersi” nella loro cultura, nelle loro tradizioni, ma soprattutto abbiamo condiviso la comunione fraterna. Abbiamo viaggiato in una strada serrata, senza nemmeno una luce, ma con la certezza ce Dio ci ha e ci sta accompagnando in ogni singolo giorno.

La visita all’orfanotrofio di Dimbokru ci ha scatenato emozioni contrastanti. Lo sguardo di quei bambini rimarrà per sempre ben scolpito nei nostro cuori. Incredibile vedere come pregano il Signore con grande fede. Scoprire che queste strutture sono state costruite grazie alle offerte dei fratelli italiani ci ha riempito di gioia.

Siamo stati ospiti, in questi giorni, del pastore Geremia, un uomo di Dio. Una saggezza, un equilibrio e un’autorevolezza spirituale davvero preziose. Mangiare a casa sua, con la sua famiglia, ci ha onorato.

Pensavamo di vivere esperienze indimenticabili. Ma la realtà, grazie a Dio, ha superato l’immaginazione.   

 

7° – 8° Giorno. ABIDJAN. COSTA D’AVORIO.

 

Giovedì sera abbiamo avuto un culto di adorazione nella chiesa di uno dei ministri di culto più anziani delle Assemblee di Dio ivoriane (al centro nella foto il pastore Adama). Infatti è stato anche uno dei primi presidenti dell’Opera. Ciò che ci ha colpito è il rispetto che tutti gli altri nutrono verso i fratelli più anziani nella fede. Un attitudine cristiana che, ahimè, nel mondo occidentale va gradualmente scemando.

Pesavamo di aver visto abbastanza, di aver già vissuto esperienze forti. Ma ci sbagliavamo: Dio ci ha sorpreso ancora di più, grazie anche alla visione del pastore Antonio Imbimbo. Quello che sto per scrivere, forse, deve essere vissuto personalmente per poter comprendere pienamente, ma credo che un cuore sensibile può “capire”.

 

Venerdì sera, verso mezzanotte, abbiamo evangelizzato le prostitute, alle quali ci si può avvicinare facilmente, e loro sono disponibili ad ascoltare l’Evangelo. Ci siamo sopresi nel vedere queste donne piangere, distrutte dalla sofferenza, stanche di essere mortificate, violentate e usate: avevano la necessità di ricevere una Parola di speranza. Così, in mezzo alla strada, erano loro a chiedere di pregare, ed abbiamo invocato Dio perché potesse donare loro liberazione. Mi rendo conto che può sembrare azzardato portare la Parola di Dio a queste donne, ma Gesù è venuto per i “malati”, e loro lo sono nello spirito. Alcune ci hanno garantito che sarebbero venute qui al centro domani per pregare ancora e ricevere della Bibbie. Resterà indelebile il ricordo di queste donne invocare il Signore insieme a noi, a tarda sera, per le strade di Abidjan dove il peccato regna sovrano. Abbiamo però realizzato che dove “il peccato abbonda, la grazia di Dio sovrabbonda”.

In questo viaggio, ormai giunto quasi al termine, ci è anche capitato di partecipare ad un matrimonio africano. Canti, lodi e tanta felicità nei volti di tutti, sposi in primis, per una vera e propria festa per tutta la comunità.

Domani ci aspetta un culto di adorazione alle 7 del mattino.

 

Adesso, mentre scrivo a tarda sera, con una certa suggestione, sento qui nel centro alcuni cristiani africani pregare Dio nelle loro stanze ed, ancora, dalla finestra della mia stanza, si sentono i mussulmani pregare per tutta la notte dalle loro moschee.

Io, ringrazio Dio per come ho scelto di servire Lui, e vado a dormire con la gioia nel cuore …

 

 

CONCLUSIONI

 

Ormai ci siamo. Si conclude il nostro viaggio umanitario in terra ivoriana.  La voglia di riabbracciare i nostri cari a Napoli è davvero forte, ma lasciamo i nostri fratelli in Cristo ivoriani con un velo di tristezza. Abbiamo vissuto momenti di forte intensità, umana e spirituale. 

 

Vorrei trovare le parole giuste per concludere questo diario di viaggio, che spero vi abbia fatto piacere leggere. Presto pubblicherò un resoconto scritto di questo viaggio, oltre che realizzare un video documentario.  Stiamo per imbarcarci e questa foto vale più di mille parole, ben racchiude tutto quello che abbiamo vissuto . 

 

Quando rientri da un viaggio del genere, capisci che sarebbe un atto dovuto ringraziare tutte le sere Dio per ciò che abbiamo: una moglie, una figlia, una famiglia, una casa, un bagno, acqua e cibo. E dirò più: apprezzare anche il nostro paese, con tutti i suoi difetti.  Per tutto questo in cuor mio dico: grazie Signore!

 

P.S. tutti quelli che pensano e dicono che anche noi fuori le nostre case “abbiamo l’Africa” si sbagliano, di grosso……

 

 

 

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