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GLI ULTIMI SARANNO I PRIMI

“Un gruppo inaccettabile, non degno di persone civili, pericoloso. E, soprattutto, un reato che, in quanto tale, sarà perseguito”. Questa la dura reazione del Ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna all’indomani della segnalazione alla polizia postale dell’esistenza, sul social network Facebook, di un gruppo di iscritti che mirava ad offendere e discriminare i ragazzi affetti dalla sindrome di Down. Il “fondatore carogna”, con un profilo anonimo, si chiamava “Il vendicatore mascherato”. Nella descrizione del gruppo appariva questa definizione: “I bambini down sono solo un peso per la nostra società… Dunque cosa fare per risolvere il problema? Come liberarci di queste creature in maniera civile? Ebbene si signori… io ho trovato la soluzione: Esso consiste nell’usare questi esseri come bersagli, mobili o fissi, nei poligoni di tiro al bersagli”.

Un netta, chiara e ferma opposizione morale e civile deve partire da tutte le nostre coscienze ponendo un freno al tentativo di discriminazione da parte di chi vuole mortificare la diversità. Questo esempio è solo l’ultimo di una lunga serie di segnali di intolleranza verso i più deboli. Il nostro dovere è non solo quello di rispettare queste persone ma anche di tutelare la loro dignità e di riflesso la nostra.

Qualcuno si domanda: cosa possiamo fare?

Impariamo a conoscere queste persone, dedicare del tempo a chi è diverso da noi o, semplicemente, non è come noi. Si tratta di fare “un investimento culturale e civile” che farà di noi cittadini migliori. Contagiamo gli altri ad essere sensibili verso chi vive una condizione fisica, sociale ed economica diversa dalla nostra. Opponiamoci al tentativo di omologazione che la nostra società vuole imporci attraverso il culto dell’esteriorità. Impariamo a guardare dentro le persone, sapendo cogliere l’essenza di un individuo. Sforziamoci di aprire la nostra mente ed il nostro cuore verso i più deboli, perché scopriremo, poi, che essi saranno per noi una forza e noi per loro una speranza.

Infine per tutti coloro che hanno ricercato una giustizia umana e non l’hanno trovata è doveroso riflettere sulle parole di Cristo che ancora oggi sono un monito per le nostre coscienze ed una speranza per quelli che patiscono queste discriminazioni: “Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi” (Matteo 20:16).

2 Comments

  1. Ivan ha detto:

    pubblicamente vorrei evitare di dire cosa farei a coloro che hanno cos? profondamente offeso queste persone…ma sai bene a cosa sto pensando!!!! 🙂

  2. emmanuele marra ha detto:

    sono persone che della loro vita non sanno farci proprio niente e vorrebbero riversare la loro rabbia su persone che se non sono gli altri a difenderle sono un facile bersaglio…che dire? non c e niente da dire, se non riflettere…

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