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LA RELIGIONE CIVILE IN UN PAESE LAICO

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Non poteva che essere profondo e sentito il riconoscimento del Papa Benedetto XVI nei confronti dei governi che si sono associati a quello italiano per il ricorso sulla questione dell’esposizione del crocifisso nei luoghi pubblici. In un discorso al Corpo Diplomatico il Papa ha esordito in questo modo: “Desidero esprimere la mia gratitudine alle Autorità di queste nazioni, come pure a tutti coloro che si sono impegnati in tal senso, Episcopati, Organizzazioni e Associazioni civili o religiose, in particolare il Patriarcato di Mosca e gli altri rappresentanti della gerarchia ortodossa, come tutte le persone, credenti ma anche non credenti, che hanno tenuto a manifestare il loro attaccamento a questo simbolo portatore di valori universali”.
Ora c’è da chiedersi se la questione del crocifisso non rappresenti una questione di libertà religiosa, per l’Italia, per l’Europa. L’impressione è che serpeggia in molte nazioni europee una politica di discriminazione che tenta a bandire i simboli o le feste religiose dalla vita pubblica. E’ stato lo stesso Benedetto XVI a sottolineare che garantire la libertà religiosa significa anche tutelarne la sua espressione pubblica, che alimenta la coesione sociale e lo spirito identitario di una nazione. Infatti risulta proprio difficile, anzi impossibile, negare il contributo politico, sociale, culturale, ma anche scientifico, che il Cristianesimo ha dato per il progresso non solo dell’Italia ma dell’Europa tutta. Quella stessa Europa che ha dato vita all’Illuminismo, non riesce a liberarsi dalla sua visione più estremista che vuole l’annientamento di ogni simbolo che rappresenta la religione, di un clima giacobino permanente che mina ad uno scontro violento contro chi rappresenta una religione. Sembra evidente che difendere la libertà religiosa non significa solo quella della Chiesa cattolica ma di tutte le confessioni del variopinto mondo cristiano e di altre religioni ancora.

Gli Stati Uniti d’America, terra di minoranze religiose e diversità etniche, il popolo trova un terreno comune a tutti: la “religione civile”, intesa come la celebrazione della storia, della tradizione e dei simboli della nazione, come quello del giuramento sulla Bibbia di Lincoln, in questo caso simbolo non solo religioso ma anche civile. Così come dovrebbe essere il crocifisso, ovvero un simbolo oltre che religioso anche identitario, culturale. Questo ci induce a considerare quanto è diversa la concezione della storia e delle tradizioni tra gli americani e gli europei. Il Vecchio continente mostra non di essere progressista ma miope quando rifiuta il richiamo, nella Carta Costituzionale comunitaria, alla radici cristiane dell’Europa.

Il passato infatti da noi è spesso motivo di scontro ed incomprensioni pensando alle crudeltà o alle nefandezze dell’una e dell’altra parte, dei crociati o dei giacobini. Anche negli Usa l’unità è stata raggiunta dopo lunghe lotte, scontri, battaglie e sacrifici che sono costate la vita a milioni di persone. Non per questo rinnegano cosa sono stati, perché anche quello fa parte della storia, e li aiuta a capire cosa sono oggi e cosa saranno domani.

Tocqueville, autore francese dell’Ottocento, descrisse durante il suo viaggio in America l’unità tra lo spirito religioso e lo spirito della libertà: «Frutto di due elementi che si vedevano, per la prima volta, in America, fusi uno nell’altro, meravigliosamente combinati: lo spirito religioso e lo spirito di libertà. La religione vede nella libertà civile un nobile esercizio delle facoltà dell’uomo. (…). La libertà vede nella religione la compagna delle sue lotte e dei suoi trionfi, la culla della sua infanzia, la fonte divina dei suoi diritti. Essa considera la religione come la salvaguardia dei costumi, come la garanzia delle leggi, come il pegno della sua durata».

Gli Stati Uniti, attraverso per esempio la celebrazione della cerimonia di giuramento del presidente eletto, hanno dimostrato come è possibile dare luogo ad una cerimonia laica ma al cospetto di Dio. Una lezione ed un esempio per i paesi in cui la religione è causa di violenza e divisione. Può sembrare paradossale sottomettersi alla volontà di Dio e contemporaneamente praticare il rispetto di tutte le minoranze religiose, come celebrare una cerimonia laica invocando la benedizione di Dio ma, fino a prova contraria, gli Usa hanno dimostrato come è possibile che tante fedi ed etnie diverse possano convivere in pace sotto la bandiera a stelle e strisce. Senza rinnegare i simboli religiosi che in qualche modo hanno contribuito alla conquista della libertà religiosa. Ma questa è l’America. In Europa aspettiamo l’esito di una battaglia che si prevede piena di colpi di scena e ancora lunga, molta lunga.

 

1 Comment

  1. Marco ha detto:

    Iovino, ma Lei non si vergogna a proferire in continuazione tali sciocche ed esecrande blasfemie?

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