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LA STORIA LA SCRIVIAMO A PECHINO, PER DIMENTICARE BERLINO

 

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Non accettiamo lezione dai tedeschi, sia ben chiaro. La storia del calcio Napoli dell’era De Laurentiis è limpida e cristallina, quindi la dietrologia di questi giorni in merito al ritrovamento dell’orologio della moglie di Cavani e alle presunte aspettative del boss della camorra nei confronti del Matador sono ricostruzioni fantasiose, che ledono gravemente l’immagine della squadra e di Napoli. I giornalisti tedeschi hanno dimostrato di essere banali e qualunquisti, nel momento in cui hanno elaborato queste false ipotesi. Cavani non ha pressioni di alcun tipo, se non quella di accontentare i suoi tifosi e rendere onore alla maglia che indossa. I napoletani non possono più accettare di essere trattati male agli occhi degli altri, veramente non se ne può più. La rapina di cui è stata vittima la moglie di Ibra a Parigi ne sono l’esempio più lampante: tutto il mondo è paese. Il marcio è dovunque. Basta con questa retorica su Napoli. In questi anni c’è stato un lavoro certosino da parte della società per rendere pulita anche l’immagine del club sotto ogni punto di vista. Alcuni giornali di rilievo e tv nazionali hanno ripreso le teorie elaborate dai tedeschi. In questo senso urge chiarire una cosa: gli scippatori hanno fatto tutto loro. Nulla gli è stato chiesto e ancora di più nulla gli devono i giocatori ed, in questo caso, il Matador. Per intenderci: nessuno deve favori, perché a Napoli come a Parigi queste sono cose che succedono. Qualcuno ha sottolineato che però il meccanismo della restituzione può essere messo in atto solo in una città come Napoli dove il crimine è organizzato. L’osservazione può anche essere giusta, ma è assolutamente scorretto immaginare dei collegamenti tra la camorra e i giocatori oppure pensare che quest’ultimi sono accondiscendenti con l’operato dei malviventi. Niente di più falso. Per questo la redazione di Welt.de e quella del Tg5 dovrebbero stare attenti a fare certe insinuazioni: pensare che Cavani adesso si senta in obbligo di fare un buon campionato perché la camorra ha ritrovato l’orologio della moglie è una grande infamia.

I nostri giocatori adesso hanno un solo obiettivo: scrivere ancora una volta una pagina emozionante della nostra storia vincendo a Pechino. Questa vittoria sarà l’occasione per una lezione di calcio a livello mondiale, tanto più per i tedeschi, che in questi ultimi tempi, tra spread e politica, si stanno atteggiando a primi della classe. Allora noi ricordiamo con piacere che nel 2006 il cielo su Berlino era di colore azzurro Italia, ma anche azzurro Napoli, visto che fu il napoletanissimo capitan Fabio Cannavaro ad alzare la coppa del mondo e che adesso andiamo a Pechino con ancora più voglia di vincere per dimenticarci di tutte le invidie che ci giungono da Berlino. 

 

 

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