Il testo della Lettera inviata al Direttore del Mattino:
Caro Direttore,
in queste settimane i destini personali e professionali di Edinson Cavani sono stati al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica.
Ho sempre mantenuto un certo riserbo, e pur essendo il biografo di Cavani, insieme a Sondra Sottile, ho preferito rispettare la volontà di Cavani di non parlare a “sproposito” sulle sue vicende personali e professionali. Sento, però, che è giunto il momento di sciogliere la mia consueta riservatezza, manifestando la mia opinione su quanto è successo e sta accadendo in queste ore.
Capisco che molti tifosi sono delusi dal fatto che Cavani abbia lasciato il Napoli per il PSG, ma devono farsi una ragione: il calcio è così. Quelli che “sposano” la maglia sono casi rari. Questo epilogo però non deve cancellare di colpo tre anni di grandi emozioni che Cavani ha regalato a Napoli e che i tifosi hanno regalato a Cavani. Una volta mi disse di aver provato un’emozione unica quando, dopo la tripletta alla Juve, tutto lo stadio intonò per lui “O’ surdato nnammurato”. I club guidati da presidenti europei ci hanno abituato a trattative più lunghe, che a volte aiutano anche a metabolizzare il distacco o l’abbandono di una grande campione, ma i sauditi agiscono con più rapidità: in un giorno sono capaci di chiudere trattative così complesse e dispendiose, come quella relativa al Matador. Vorrei poi fare una semplice domanda ai tifosi napoletani: voi, al posto suo, come vi sareste comportati?
Come tifoso, dunque, non sono rammaricato, anche perché sono convinto che Edy abbia sempre avuto un buon rapporto con il Napoli e sia sempre comportato bene con i napoletani. Sono invece dispiaciuto per ciò che accaduto con Sole. Ognuno fa le sue scelte, ma quando si rompe una famiglia non è mai una cosa bella. Tutto ciò genera sofferenza in chi come me ha vissuto la famiglia Cavani.
Edy inizialmente aveva dato a Napoli, anche grazie al libro, un messaggio di fede. Sono cosciente che ormai, dopo tutto quello che è accaduto, non è rimasto più nulla di quanto abbiamo costruito. Quella è stata la vera, unica ed autentica delusione. Essere amici significa anche essere sinceri, e non posso far altro che prendere atto di quanto è accaduto. Mi auguro che Edy calcisticamente faccia bene a Parigi come ha fatto a Napoli, ma quello che posso augurargli di cuore, è di essere fedele a Dio e alla Sua Parola, e ciò vale molto di più di una Champions o di un ingaggio milionario. Infine sono convinto di una cosa: a prescindere dagli essere umani, e dai tanti sbagli che noi commettiamo, l’opera di Dio va avanti. Lui sì che non sbaglia mai. Ed è sempre pronto a perdonare.
Alessandro Iovino
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