Lui lo chiama il “cosciotto di pollo”. E’ un piede che gli spunta sotto il busto. I chirurghi ne hanno ricavato delle dita, con cui è capace anche di telefonare! Me lo mostra con orgoglio, e con il sorriso. Sì, un sorriso che non lo molla mai. Lui che avrebbe mille motivi per tenere il broncio, invece sorride, alla vita e a Dio.
Questa che sto per raccontarvi è la storia di Nick Vucijic, un uomo che si è raccontato a tutto tondo in tutto il mondo, senza fare sconti. Ma parlando delle sue sofferenze, i suoi tormenti e il pensiero del suicidio.
Procediamo con ordine. Dopo aver subito un delicato intervento chirurgico lo scorso aprile per la riduzione dello stomaco, affrontai un post-operatorio non proprio semplice. Mentre faticavo anche solo a respirare, mentre ero sotto l’effetto dell’anestesia, e quindi un po’ stordito ma dolorante, invocai Dio. E non so perché, anzi, adesso lo capisco, pensai a Nick. E sapete cosa ricordo? Il suo sorriso. In quei momenti così delicati, pensai ad un uomo fonte d’ispirazione per milioni di persone. Un uomo di fede e coraggio, che con il suo “sorriso” mi ricordava che dovevo farmi forza. Nick una volta ha detto: “Se non ricevi un miracolo, diventalo!”. Dio mi incoraggiava a non mollare attraverso l’esempio di Nick Vujicic, perché lui, con molti più problemi, ha superato ostacoli impensabili, senza arti ma vivendo senza limiti.
Quando lo scorso ottobre, al termine della conferenza con John Maxwell a Roma con Gaetano Sottile mi fu comunicato che Nick Vujicic sarebbe venuto in Italia, ospite della prestigiosa casa editrice “La Casa della Bibbia”, mi affrettai a mettere in agenda l’appuntamento. Non sarei mai mancato, per nulla al mondo. Incoraggiai Giancarlo Farina, che con il suo staff, ha fatto un lavoro davvero incredibile. Questa illustre casa editrice ha compiuto il suo primo secolo di attività in Italia. Facendo un lavoro encomiabile soprattutto per l’edificazione spirituale dei suoi lettori.
In un piccolo ritaglio di tempo, ho intervistato Nick. Ma non solo. Abbiamo parlato di noi, dell’Italia e soprattutto di nuovi progetti per il futuro. La testimonianza di quest’uomo è di grande ispirazione. Nato senza arti è oggi uno speaker internazionale, che gira il mondo come oratore e motivatore. Autore di best-seller, è direttore dell’Associazione non lucrativa “Life Withaout Limbs”. Nato e cresciuto in Australia, vive in California, con la moglie e i due figli, ora in attesa di altri due gemelli! Ha preso due lauree e dell’autoironia ne ha fatto la sua cifra stilistica. Forse anche per stemperare l’imbarazzo di chiunque lo avvicina.
Come perdere dunque questa preziosa opportunità di incontrare un grande uomo? L’occasione è la conferenza stampa di presentazione dell’evento che si è tenuto al Palaruffini di Torino con oltre 4mila persone. Ma si consideri che in America si muovono per i suoi speech anche 50mila persone. “Il circo della farfalla”, il cortometraggio ispirato alla sua storia (ne è l’attore protagonista) ha superato i 60 milioni di spettatori.
Nick è arrivato puntuale alla conferenza. Mette tutti a proprio agio. Ho l’occasione di essere al suo fianco per l’intervista. Mi sorride, fa battute e si mostra gioviale. Non è semplice intervistare Nick. Lui ha già detto molto, forse tutto. Ma dopo esserci scambiati saluti e sorrisi, inizio la mia intervista, di cui qui pubblico in anteprima una parte.
Nick, vado subito al sodo. Quanto hai sofferto per arrivare fin qui?
Non poco. Premetto che oggi la mia condizione non è più un limite. Oggi giro il mondo per incoraggiare tante persone a superare le avversità con fede, speranza, amore e coraggio. Ma non posso nascondere che da piccolo ho sofferto. Mi addormentavo piangendo e sognavo di risvegliarmi e scoprire che mi erano cresciuti gli arti. Una volta tornai a casa da mia madre, dopo una brutta giornata trascorsa a scuola, dove ero vittima di bullismo. Non volevo vivere più senza arti. Mia madre pianse con me. Ho voluto sapere tutto sulla mia nascita. Non è stato semplice sapere che quando nacqui tutti, anche i miei genitori, furono colti da sgomento. Ma loro mi hanno poi amato incondizionatamente. Sono grato a loro per questo. Non abbiamo mai smesso di dialogare.
Quando sono in giro per il mondo, vedo sofferenze indicibili. Per questo non mi lamento. Penso al verso biblico nei Romani: “tutte le cose cooperano al bene, per quelli che amano e temono Dio”. Ho sofferto, ma sono stato amato da Gesù, che ha sofferto più di me e di tutti. Lui ci ama, e questo mi rende felice.
Nick, sei qui in Italia, e parlerai anche ad un pubblico laico. Se dovessi spiegare loro il valore della preghiera …
La preghiera è il modo per essere in contatto con Dio. Nella preghiera ho trovato il conforto. Spesso ci dimentichiamo di Dio, ma non Lui di noi. Lo dobbiamo cercare in preghiera. Ma non è solo qualcosa di astratto. Con la preghiera ho trovato la forza per vivere, ogni giorno. Qualcuno si sorprende perché riesco a palleggiare con la testa, uso il telefono, ho cambiato perfino il pannolino ai miei figli! Tutto questo perché ho pregato.
Ma non sempre se preghiamo tutto ciò che chiediamo viene esaudito. Ripeto spesso a tutti: “Se non ricevi il miracolo, diventalo!”.
Cosa vorresti fare che ancora non hai fatto?
Io non mi reputo un religioso per eredità. Vivo la mia fede ogni giorno. Mi auguro nel futuro di continuare ad essere un motivatore per i giovani. Stiamo moltiplicando ogni anno il numero dei giovani che raggiungiamo. In Cina i miei video hanno totalizzato 900milioni di visualizzazioni. Sento la responsabilità di tutto ciò. Prego perché possa continuare ad influenzare e predicare il messaggio di fede in Cristo Gesù. E’ lui la via di salvezza. Io non sono un modello, un esempio poi così particolare. Dobbiamo tutti guardare a Gesù. Tante cose che mi dicevano che non avrei mai potuto fare, poi le ho fatte. Con l’aiuto di Dio.
CONCLUSIONI
Mi sono sentito onorato di conoscere questo grande uomo di Dio. Oggi “La Stampa” di Torino gli ha dedicato due pagine intere, e la giornalista sottolineava un passaggio del libro edito dalla “Casa della Bibbia” significativo: «Non posso darvi una pacca sulla spalla per incoraggiarvi – scherza nel libro – ma posso parlarvi dal profondo del cuore. Non potete nemmeno immaginare il bene che vi aspetta, se solo rinunciate ad arrendervi».
Grazie Nick.
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