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REPORTAGE – MOVEMENT GLOBAL CITIES – NEW YORK

La chiamata arrivò lo scorso giugno, da Jonathan Gilmore e Michele Passeretti. Mi fu proposto di essere parte della delegazione italiana al Movement Day Global Cities di New York. Mi dissi felice ed onorato di farne parte. Sapevo che sarebbe stata una grande esperienza. Ma la realtà ha superato ogni aspettativa. Questa esperienza mi ha segnato, sopratutto nello Spirito. E ringrazio di cuore chi ha immaginato e poi reso possibile la mia presenza.

Tra i principali sostenitori di questo evento, compare il Movimento di Losanna. Partecipando a questa conferenza, essendo parte delle delegazione e conoscendo più da vicino questa realtà, mi è parso opportuno condividere quanto ho percepito. Lo farò attraverso questa breve analisi, dei tre punti chiave, sui quali ho avuto modo di riflettere e attraverso i quali si comprenderà meglio di “cosa parliamo”. In poche parole tentare di descrivere brevemente cosa sono e rappresentano il Movement Global Cities, il Movimento di Losanna e l’ecumenismo.

 

MOVEMENT GLOBAL CITIES: DI COSA PARLIAMO? 

La Conferenza Movement Day Global Cities 2106 si è tenuta dal 25 al 27 ottobre nel mega centro  “Jacob K. Convention Center”, nel cuore di New York. Circa 3.000 leader cristiani di ogni denominazione provenienti da 95 nazioni diverse: questi i numeri che hanno caratterizzato la conferenza. Uomini e donne da ogni parte del mondo: dall’Europa all’Africa, dall’India e all’Asia. Ho respirato un clima di grande cooperazione. Mi ha colpito la voglia di condividere. E sopratutto l’intento comune: cambiare le proprie città, le grandi metropoli con l’annuncio dell’Evaneglo.

L’organizzazione è stata davvero riguardevole. Impeccabile, direi. E’ stato incredibile vedere l’armonia con cui questa conferenza è riuscita a catalizzare i più influenti gruppi dirigenti delle varie denominazioni evangeliche nel mondo. Lo scopo è quello di stabilire delle sinergie, dei contatti, o meglio ancora una rete di collaborazione e partnership per condividere la visione di Cristo. Mi ha colpito la sintesi con cui sono stati proclamati gli scopi del MDGC, racchiusi in quattro punti: Vedere (ovvero conoscere come Dio ha già impattato le grandi città attraverso i movimenti evangelici); Connettere (facilitare e promuovere i rapporti e le collaborazioni tra i leader per imparare gli uni dagli altri); Cambiare (capire come meglio poter impattare oggi la società con strumenti e pratiche all’altezza delle sfide delle modernità); Mandare  (potenziare il proprio team per essere protagonisti del grande Mandato e della trasformazione della nostra città).

Certo è difficile riassumere in poche parole. Ma forse i concetti appena descritti ben evidenziano la profondità delle tematiche affrontate nelle varie sessioni. Ognuno ha potuto fare tesoro delle varie esperienze cristiane e spirituali che stanno avvenendo nel mondo. Perchè al di là della secolarizzazione e della crisi dei valori spirituali, in molte grandi città Dio è all’opera! E’ stata una benedizione venire a conoscenza di queste realtà!

Per saperne di più: MovementDay.Com

MOVIMENTO DI LOSANNA: “LA TERRA ODA LA TUA VOCE …” 

Ne scaturì la “più autorevole e rappresentativa dichiarazione di fede evangelica in epoca moderna”. Il Patto di Losanna del luglio del 1974 vide il più significativo coinvolgimento di leader cristiani evangelici mai compiuto. Il TimeMagazine per l’altro lo definì l’incontro di cristiani forse di più vasta portata che sia mai stato realizzato”. Voluto dall’evangelista Billy Graham, ha segnato una vera svolta per il mondo evangelico, come il Concilio Vaticano II lo è stato per il mondo cattolico. Lo scopo era quello di cooperare per l’evangelizzazione di tutto il globo. Il punto chiave fu appunto la cooperazione, lo scambio di contatti e strategie tra leader fu la vera novità di questa grande conferenza, in cui furono rappresentate 150 nazioni.

E’ evidente che queste righe hanno lo scopo di descrivere telegraficamente cosa ha rappresentato il Patto di Losanna che ha poi ispirato il Movimento di Losanna. E’ necessario comprenderlo, per capire infine il fondamento spirituale che ha ispirato l’azione dei leader che oggi, nel 2016, si sono riuniti in questa conferenza del MDGC. E’ come se fosse un lungo filo conduttore, dal ’74 ad oggi, che non si è mai spezzato.

Oggi come fu nel 1974 lo spirito che ha unito questi leader ha avuto come spinta propulsiva il più nobile dei proponimenti che si riassume nel grido: “Che la terra oda la sua voce!”. Un grido la cui forza può cambiare la storia del mondo e la vita degli uomini e che vede in Cristo la sua forza propulsiva.

Per saperne di più: Losanna.org

 

ECUMENISMO: QUESTO SCONOSCIUTO … 

Più ne sento parlare, più mi convinco che la maggior parte dei credenti non conosce cosa sia l’ecumenismo. Si fa molta confusione. L’idea diffusa è quella che si tratti di un tentativo di unire religioni e chiese. La percezione è che si tratti di fallimentari sforzi delle dirigenze ecclesiali, che culminano in eventi sterili e vuoti. Inefetti molto spesso è così. Eppure c’è da fare qualche chiarimento.

La parola ecumenismo potrebbe essere associata all’evento del MDGC. Per questo, per spiegarne la natura, mi servo di un mio antico scritto ed alcuni concetti presentati in una conferenza nel 2008 a Bordeaux, in Francia, per ben distinguere l’ecumenismo politico da quello dello spirito.

Ma facciamo qualche riflessione storica.

Dalla metà del Ventesimo secolo l’incrementarsi degli incontri ecumenici tra le diverse confessioni Cristiane, evidenzia il bisogno che esse hanno di ricercare l’unità; tale è obbiettivo decisamente sfumato, dopo secoli di divisioni al loro interno: dapprima lo scisma della Chiesa d’Occidente da quella d’Oriente, in seguito l’avvento della Riforma  del 16° secolo e, infine, la nascita di numerose denominazioni all’interno dello stesso protestantesimo storico. I rappresentanti e le guide spirituali della maggior parte delle diverse confessioni Cristiane, hanno intensificato e promosso l’aumento degli incontri ecumenici. Riteniamo tuttavia che questa non sia una risposta al bisogno di reale unità spirituale tra credenti, ma la risposta ad una tendenza politica e sociale della nostra epoca. La ricerca e l’inseguimento, per certi versi esasperato e forzato, di una civiltà globalizzata dal punto di vista sociale e politico-economico, ha reso inevitabile e consequenziale l’adoperarsi da parte delle diverse gerarchie ecclesiastiche, per  ricercare una “globalizzazione delle religioni”, raggiungibile attraverso il dialogo ecumenico. Per non venir meno a queste tendenze politico-sociali del nostro tempo, molti esponenti delle confessioni Cristiane, hanno voluto e continuano a ricercare un ecumenismo politico, trascurando quello che dovrebbe essere il vero obiettivo e il raggio d’azione delle Chiese Cristiane: la sfera spirituale.

Non si vuole assolutamente annichilire l’apprezzabile lavoro ed i grandi passi in avanti compiuti in termini di dialogo interconfessionale, rispetto e conoscenza reciproci, di questo che potremmo definire ecumenismo dei vertici; poiché questi servono a rendere più vicini e collaborativi gli esponenti e i rappresentanti di differenti categorie religiose. Tale processo, però, non deve divenire prerogativa assoluta ed esclusiva finalità da inseguire: deve essere invece un mezzo per rispondere alle esigenze spirituali dei credenti. Ben venga il dialogo, il confronto ed il rispetto. Ma serve unità dello Spirito.

Ciò che ha sempre caratterizzato (o per lo meno dovrebbe) tutte le denominazioni Protestanti scaturite dalla Riforma del 16° secolo, il fine su cui esse  hanno fondato la loro storia e tracciato fin ora il loro cammino, è l’accettazione dell’intera Bibbia come Parola ispirata da Dio e, quindi, unica e vera guida per la condotta dei credenti e la salvaguardia della sana dottrina. Date queste premesse hanno inteso di rimanere fedeli all’insegnamento: …perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù (Galati 3:28). Nella Sacra Bibbia è evidente un forte impulso ed un richiamo all’unità dei Cristiani in Cristo Gesù. Naturalmente, questa unità non può essere raggiunta a discapito della fede in Cristo Gesù, unico Salvatore e Signore. Questo non implica che non ci debba essere dialogo interconfessionale, ma da un punto di vista teologico e dottrinale, la speranza della maggioranza dei fedeli è che non ci sia nessun compromesso finalizzato a raggiungere un ecumenismo politico, a danno degli insegnamenti della Sacra Bibbia. Coloro che si reputano Cristiani, cioè “seguaci di Cristo”, non possono barattare, cambiare, modificare o stravolgere il proprio credo e la propria fede a vantaggio di un ecumenismo istituzionale.

Nelle lettere dell’apostolo Paolo, il richiamo all’unità è costante: “…uniti nell’amore…” (Colossesi 2:2); ed ancora “vi esorto… a stare perfettamente uniti” (I Corinzi 1:10).

Ora, nella mia esperienza a New York, non ho visto un tipo di ecumenismo politico. Nessuna manifestazione sterile. Ma una vera unità dei leader, come fu per Losanna, promuovendo appunto un ecumenismo dello Spirito , che ricerca ed ubbidisce all’impulso dello Spirito Santo per raggiungere la vera unità (ergo,universalità).

…sforzandovi di conservare l’unità dello Spirito…” (Eph.4:3). Nella speranza che “…tutti giungiamo all’unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio…all’altezza della statura perfetta di Cristo…” (Eph.4:13).

 

2 Comments

  1. Franco Marino ha detto:

    Bene! Interessante articolo nei diversi punti di vista messi a fuoco. L’argomento è titanico.
    Grazie!

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