Ciriaco De Mita è stato uno dei maggiori esponenti del più grande partito della Prima Repubblica: la Democrazia Cristiana. Ne è stato segretario per tutta la metà degli anni ’80 fino poi a ricoprire l’incarico di presidente del Consiglio dei Ministri nel 1988. Un protagonista della storia d’Italia.
E’ appena uscito la sua ultima fatica letteraria per l’editore Guida: “La storia d’Italia non è finita”. Un libro intervista, dal sapore autobiografico, in cui De Mita ripercorre la storia del nostro paese, attraverso la sua vita. Fine pensatore e intellettuale, De Mita è stato di certo il politico più accademico della nostra storia. E questo testo a mio avviso merita di essere letto. E qui di seguito espongo telegraficamente i motivi di questa mia posizione.
Intanto il libro è pieno di aneddoti e fatti politici che vale la pena rileggere con questa formula leggera e scorrevole del libro intervista. Il delitto Moro, ma per andare ancora più indietro, l’idea politica di Sturzo e il pensiero di De Gasperi sono in un questo libro ampiamente scandagliati.
Inoltre considero un grande arricchimento, in questo momento storico, in cui la voglia di nuovo e di cambiamento sono così forti, di tenere in considerazione il punto di vista, certo spesso da me non condiviso, di un leader di vecchia guardia come il presidente De Mita. I suoi giudizi spesso sono perentori e negativi su tutta l’esperienza della Seconda Repubblica, ma capire quello per cui hanno lavorato i politici della Prima ci aiuterà a comprendere meglio come costruire un’Italia diversa da quella in cui oggi viviamo.
Infine il titolo suona oggi come un auspicio che tutti gli Italiani, giovani e anziani, di uno o dell’altro colore politico, devono con forza insieme pensare ed esclamare: “la storia d’Italia non è finita!”.